Donatello, San Giovanni evangelista

Autore
Donatello
Data
1409-1415
Collocazione
Sala del Paradiso
Collocazione originaria
Cattedrale, facciata medievale
Materia
Marmo bianco
Tecnica
Scultura
Dimensioni
Altezza: 210 cm; Larghezza: 88 cm; Profondità: 54 cm;
Materia
Marmo bianco

Statua in marmo bianco (in apparenza a tutto tondo ma in realtà lavorata solo nelle parti visibili) raffigurante san Giovanni evangelista. Si tratta di un capolavoro assoluto del rinascimento, realizzato da Donatello tra il 1409 e il 1415 e proveniente dalla prima nicchia a destra del portale centrale della Cattedrale, dove faceva parte della serie di quattro evangelisti realizzati nel Quattrocento per questa porzione della facciata medievale.

Il santo, autore del quarto Vangelo, di tre Lettere e del Libro dell'Apocalisse, è raffigurato come un anziano con lunga barba, panneggiato con un ampio manto all’antica, seduto su uno scranno, con una mano a riposo su una gamba e l’altra poggiante su un libro aperto verso di sé e tenuto sulla coscia della gamba sinistra. Il santo compie una lieve torsione come a rivolgersi verso l'ingresso dei fedeli e l’espressione del suo volto è austera, forse crucciata o allarmata e contemplativa, apparentemente indirizzata verso l’osservatore ma con le pupille concentrate su un orizzonte lontano. La figura è resa con straordinario naturalismo tanto nei panneggi che nella definizione anatomica delle membra e vertiginosa è anche la profonda e acuta resa psicologica dello sguardo e dell’attitudine: è quieto nel corpo e vibrante nello spirito. Questo senso di dinamica energia latente e la scelta iconografica di rappresentare l’evangelista anziano, quindi nel tempo in cui secondo la tradizione scrisse l’Apocalisse, lascia ipotizzare che Donatello abbia voluto alludere al momento della visione della fine del mondo.

La modernità dell'opera è tale  che un secolo più tardi Michelangelo vi si ispirò per il suo Mosè. Allo smantellamento della facciata di Arnolfo, nel 1587, il San Giovanni e gli altri evangelisti furono trasferiti in Cattedrale, nella Tribuna di San Zanobi. Approdarono nel Museo nel 1904.

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