Lorenzo Ghiberti, Porta del Paradiso
- Autore
- Lorenzo Ghiberti
- Data
- 1425-1452
- Collocazione
- Sala del Paradiso
- Collocazione originaria
- Battistero di San Giovanni, esterno, portale est
- Materia
- Bronzo, oro
- Tecnica
- Fusione, doratura, cesellatura, incisione
- Dimensioni
- Altezza: 520 cm ca.; Larghezza: 310 cm ca.; Profondità: 11 cm; Peso: 8 tonnellate ca.;
- Schede di catalogo
- Porta del Paradiso
La porta di bronzo dorato è la celebre “Porta del Paradiso” realizzata da Lorenzo Ghiberti tra il 1425 e il 1452 per il Battistero. Le sue dieci formelle raffigurano storie dell’Antico Testamento. Affidata a Ghiberti dall’Arte di Calimala dopo il brillante risultato della porta con storie della vita di Cristo, questa terza e ultima porta del Battistero raffigura storie dell’Antico Testamento. Essa era stata pensata inizialmente per il lato nord del Battistero ma, quando fu terminata, venne giudicata così bella da meritare il posto d’onore: cioè il lato est, dirimpetto alla facciata del Duomo. In questa porta fu concesso a Ghiberti di abbandonare il rigido schema compositivo delle altre due, con ventotto formelle polilobate, per adottare un formato più semplice che favorisse la dimensione narrativa: dieci formelle che illustrano quarantasette episodi biblici. La forma quadrata permise infatti all’artista di fondere in una stessa formella più episodi, disponendoli in prospettiva. Le storie si leggono da sinistra a destra e dall'alto verso il basso: cominciano così dalla creazione di Adamo ed Eva e dal peccato originale e proseguono con le vicende di Caino e Abele, di Noè, di Abramo, di Isacco e dei figli Esaù e Giacobbe, di Giuseppe, di Mosè, di Giosuè, di David e, infine di Salomone. La scelta degli episodi è legata all’esegesi biblica della teologia cristiana e vi si trovano prefigurazioni del Battesimo e della venuta di Cristo.
Le cornici sono ornate da splendide nicchie contenenti figure veterotestamentarie (tra cui, ad esempio, Giasone e Giuditta) e oculi da cui emergono teste (forse profeti o genericamente, rappresentazioni del “popolo eletto”). Nei due centrali si riconoscono i ritratti di Lorenzo Ghiberti e del figlio Vittore. Nel listello mediano si legge l’iscrizione autocelebrativa e con a ”firma” dell’autore: “[Opus] Laurentii Cionis de Ghibertis mira[bile] arte fabricatum” (<Quest’opera è stata> realizzata dall’ammirabile arte di Lorenzo di Cione Ghiberti”).