Niccolò Barabino, La Carità tra i rappresentanti delle Opere pie

Informazioni
Autore
Niccolò Barabino
Data
1885
Collocazione
Museo dell'Ottocento
Materia
Tela, pigmenti a olio
Tecnica
Pittura
Dimensioni
Altezza: 282 cm; Larghezza: 229 cm;

Questo dipinto olio su tela è il “cartone” preparatorio per il mosaico della lunetta del portale sinistro della facciata del duomo, ed è opera del pittore genovese Niccolò Barabino, su incarico dell'architetto Emilio De Fabris, responsabile della realizzazione della nuova facciata, negli anni 1882-1883

Il dipinto raffigura i fondatori delle sette più importanti Opere pie fiorentine, in abiti medievali, disposti intorno al trono della personificazione muliebre della Carità, come indica l’iscrizione sul cartiglio che essa svolge tra le mani. Nella nicchia del suo trono si legge invece che lei è “Consolatrice degli afflitti”. La fiamma che ha sopra la testa simboleggia il suo amore ardente per il prossimo. Il basamento del suo trono è ornato con alcuni stemmi delle Opere Pie, davanti c’è un vaso rovesciato, dal quale escono delle monete, simbolo della sua liberalità e sul gradino in basso sono adagiati alcuni libri, probabilmente gli statuti delle diverse Opere pie.

Alla destra della Carità si riconoscono: Folco Portinari, fondatore di Santa Maria Nuova; Filippo Franci, prete, della Casa di rifugio, detta la Quarconia; Fra Pietro da Verona domenicano, del Bigallo. A sinistra: il marchese Bonifazio Lupi da Parma, con abiti di Podestà, fondatore dell'Ospedale, che prese il suo nome; Simone di Pietro Vespucci, vestito con il lucco rosso, fondatore dell’Ospedale di San Giovanni di Dio; Piero di Luca Borsi, istitutore dell'Arciconfraternita della Misericordia; Fra Bernardino da Feltre francescano, del Monte di Pietà.

L'opera rielabora in parte la composizione ideata 1879 da Amos Cassioli in un dipinto provvisorio, realizzato in occasione dello scoprimento del lato sinistro della facciata, nel 1879 La lunetta del Barabino fu inviata quindi nel 1885 a Venezia affinché la locale Società Musiva potesse trarne il mosaico che fu terminato nel 1886.

Questo soggetto si lega al programma iconografico della facciata elaborato da De Fabris e dal filosofo Augusto Conti e incentrato sulla figura di Maria, perché, scrisse il Conti, gli Istituti di Carità furono fondati “nel Nome di Dio e di Gesù Cristo, sotto il patrocinio della Vergine”. Accanto a questa lunetta con Maria come promotrice della Carità, la lunetta del portale centrale raffigura Maria mediatrice presso Cristo, ovvero "Mater divinae gratiae" (con altri patroni di Firenze che intercedono per la città) e Maria come sostegno della Fede, cioè "Ausilium christianorum" (con rappresentanti delle antiche corporazioni fiorentine).

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