Opera Magazine
19/08/2021
L’Opera di Santa Maria del Fiore e l’Opera di Santa Croce di Firenze
Due complessi monumentali al centro della storia e dell’arte di Firenze
Ogni anno milioni di persone da tutto il mondo visitano a Firenze i complessi monumentali dell’Opera di Santa Maria del Fiore e della Basilica francescana di Santa Croce. Questi immensi scrigni di bellezza e spiritualità sono come due amici che hanno attraversato a braccetto la storia di Firenze condividendo grandi stagioni dell’arte e della cultura fin dalle loro origini.
Sia la Cattedrale che la Basilica di Santa Croce furono fondate alla fine del XIII secolo, all’apice del potere economico di Firenze e divennero due dei più grandi templi cristiani del mondo. Entrambe furono disegnate dal grande architetto toscano Arnolfo di Cambio - autore anche delle mura, del palazzo del governo e di altri importanti edifici –, che le concepì con due piante diverse ma con uno stile architettonico comune: imponente e sobrio al tempo stesso, per rispetto dei costumi della Firenze comunale.
Anche la struttura amministrativa di queste istituzioni era la medesima. Sia Santa Maria del Fiore che Santa Croce sono tutt’oggi “opere” o “fabbricerie”, che al tempo della loro fondazione erano composte da membri delle due maggiori corporazioni di mestieri fiorentine, i cui rappresentanti componevano anche il governo della città: l’Opera di Santa Croce era amministrata dai membri dell’Arte di Calimala, mercanti e produttori di seta, (come il Battistero di San Giovanni), mentre l’Opera di Santa Maria del Fiore da quelli dell’Arte della Lana.
Non è un caso se questi complessi monumentali condivisero decine di artisti che le ornarono con i propri capolavori: abbiamo citato Arnolfo di Cambio, ma ricordiamo anche Giotto, che a Santa Maria del Fiore fu sepolto dopo avervi lavorato come architetto del Campanile e del quale a Santa Croce si ammirano ancora oggi le meravigliose pitture murali delle cappelle Bardi e Peruzzi.
E per il Trecento non si può non ricordare Dante Alighieri: il grande autore della Divina Commedia sognò di ricevere la corona d’alloro in Battistero e uno dei suoi ritratti più celebri, il quale si può ancora ammirare nella parete nord del Duomo, fu dipinto nel Quattrocento da Domenico di Michelino. Tuttavia, nell’Ottocento il suo cenotafio fu posto in Santa Croce e la scultura col suo ritratto monumentale fu collocata nella piazza antistante a quella basilica. D’altronde, se nel Quattrocento si pensava di fare delle navate della Cattedrale un pantheon delle glorie cittadine, nei secoli seguenti quest’idea prese forma proprio in Santa Croce.
Tornando a parlare dell’arte del Quattrocento incontriamo sia in Santa Maria del Fiore che in Santa Croce i grandi protagonisti del primo Rinascimento. Brunelleschi, architetto della Cupola del Duomo, ha lasciato in Santa Croce la Cappella Pazzi, uno dei suoi capolavori, e suo amico Donatello, che nel cantiere della Cattedrale si era formato ed era cresciuto lasciando innumerevoli capolavori, scolpì per i francescani di Santa Croce il suo celebre Crocifisso e la splendida Annunciazione della Cappella Cavalcanti. E che dire di Lorenzo Ghiberti? L’autore delle due monumentali porte del Battistero non fu sepolto in Cattedrale come il suo rivale Brunelleschi ma la sua elegante tomba terragna si trova nella basilica francescana.
Anche il caso della sepoltura di Michelangelo rappresenta un intreccio storico curioso: il grande artista, morto a Roma, fu sepolto in Santa Croce, dove Vasari e gli altri membri dell’Accademia del Disegno lo onorarono di uno splendido sepolcro, mentre la sua Pietà con autoritratto, che l’artista avrebbe voluto a ornamento della propria sepoltura in una chiesa romana, è confluita nei secoli successivi nel tesoro della Cattedrale e oggi la si ammira nel Museo dell'Opera del Duomo.
Pochi sanno che, quando nel XIX secolo fu parzialmente smantellato il monumentale coro marmoreo realizzato nel Cinquecento da Baccio Bandinelli, le gigantesche sculture che ne ornavano l’altare, raffiguranti Dio Padre benedicente e il Cristo deposto, furono trasferite proprio in Santa Croce: la prima la potete ammirare all’esterno della Cappella Pazzi, la seconda – splendida - è nella cripta.
Nell’Ottocento questi intrecci si intensificarono: dalla Cattedrale fu rimosso il Monumento Pelli ed esso fu trasferito proprio nella basilica dei francescani e similmente accadde per le antiche porte lignee della facciata del Duomo, che al momento di essere sostituite furono donate a Santa Croce: vediamo infatti intagliati nelle ante del suo portale maggiore i santi Zanobi e Reparata sormontati dallo stemma dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Ci avevate mai fatto caso?
E allargando lo sguardo noterete che la facciata di Santa Maria del Fiore e quella di Santa Croce si assomigliano moltissimo perché sono entrambe capolavori dell’architettura neogotica fiorentina: furono realizzate nel tempo dell’Italia unita, l’una su progetto del De Fabris, l’altra di Niccolò Matas ed entrambe sono ornate dalle opere dei maggiori scultori dell’Accademia di Firenze, a sigillare una fratellanza antica di sette secoli.
Grazie alla collaborazione fra queste due antiche fabbricerie, avete tempo fino alla fine dell’anno per visitare il Battistero di San Giovanni, il Museo dell’Opera del Duomo e il complesso monumentale di Santa Croce con un unico biglietto ad un prezzo ridotto.
Cliccate sul link per ulteriori dettagli!