Il rapporto di Michelangelo con la fede è testimoniato non solo in celebri opere di scultura e pittura, ma anche nelle poesie e nelle lettere dell'artista. Si tratta di un rapporto che abbraccia l'intera vita del maestro che, cresciuto nella Firenze di Marsilio Ficino e Savonarola, sin dall'adolescenza aveva conosciuto l'umanesimo cristiano e la tradizione penitenziale popolare. Alla corte di Giulio II respirò l'aria di un'ardita articolazione del senso cristiano della storia e successivamente, al servizio di Paolo III, fu a contatto con prelati e teologi impegnati nella prima fase della riforma cattolica. Nella vecchiaia, infine, Michelangelo abbozzò alcune strazianti visioni di fragilità personale nelle sue due ultime sculture, tra cui la Pietà Bandini. Martedì 4 novembre, Timothy Verdon interverrà sulle opere a soggetto biblico di questo artista che ha influito, come nessun altro nella storia dell'Occidente, sul senso del sacro attraverso i suoi capolavori che dopo 5 secoli continuano a toccare credenti e non credenti. Nella prospettiva del suo volume Michelangelo teologo, Timothy Verdon rifletterà sulla novità della lettura dei temi sacri nell'arte del Bonarroti facendo emergere le figure Sant'Antonino Pierozzi, autore del catechismo per fanciulli verosimilmente usato dal ragazzo Michelangelo, nonché di Girolamo Savonarola, priore del convento di San Marco in cui il fratello maggiore dell'artista, Leonardo Buonarroti, s'era fatto frate. Le Conferenze Il ciclo di conferenze è formato da 9 incontri. L'appuntamento è alle ore 17.00 presso il Centro Arte e Cultura in Piazza San Giovanni 7. Ingresso gratuito. Scarica il programma completo