Opera Magazine
09/12/2021
Mostri, grottesche e figure bizzarre
Una varietà di “curiosi intrusi” popola l’esterno dei monumenti dell’Opera di Santa Maria del Fiore
Chi pensa ai nostri monumenti e alle infinite opere d’arte che li abbelliscono pensa alla bellezza, alla pace spirituale, all’armonia e alla perfezione ideale…ma l’osservatore attento e il conoscitore raffinato sanno che tra i nostri tesori si annidano anche figure bizzarre e trovano posto mostri, personaggi grotteschi e altre stranezze di varie epoche e fatture.
Nella facciata ottocentesca della cattedrale ci sono due figure piuttosto note ai fiorentini. Nel portale bronzeo destro, realizzato da Giuseppe Cassioli nel 1898, l’artista si è autoritratto in una delle formelle con il volto sconvolto e il collo strozzato da una serpe avvinghiata. Si tratta di un’ironica ma amarissima denuncia dell’artista di tutte le vicissitudini e sofferenze di varia natura che gli comportò quell’importante commissione.
A pochi centimetri di distanza, nella cornice marmorea del portale, un angelo in rilievo col braccio fa un gesto irriverente che suscita da sempre l’ilarità dei visitatori. È uno degli otto angeli ribelli, cioè demoni, scolpiti da Emilio Gallori e Cesare Zocchi nel 1880 ca. che sono in contrapposizione ai sei angeli vincitori scolpiti nello strombo del timpano. Sono nate innumerevoli teorie e racconti su questa figura, che in realtà non voleva avere niente di comico o volgare: gli angeli alleati di Lucifero precipitano difendendosi con espressioni di angoscia.
Continuando a passeggiare all’esterno della Cattedrale, guardando in alto si possono contare ben undici doccioni/gargoyle di marmo (un dodicesimo è conservato nel Lapidarium del Museo) raffiguranti teste caricaturali, mostri zoomorfi e animali: si possono ammirare le teste di un cane, di un bovino (su questa “mucca” o “toro” sono sorte molte leggende bizzarre, di cui alcune “piccanti”), di tre leoni, di un lupo, di un mostro marino, di tre uomini che urlano, di uno strano ominide chiericato e – nel Museo – di un bambino che ride.
Furono scolpiti tra il XV e il XVI secolo e la loro funzione è di proteggere l’edificio dagli agenti atmosferici - dalle loro bocche fanno defluire verso l’esterno le corrosive acque piovane - e di respingere gli spiriti maligni che tentano di entrare in questo spazio sacro (il termine corretto sarebbe “funzione “apotropaica”). Oggi queste bocche di scarico sono chiuse per ragioni conservative e nessuno crede più che facciano da guardia contro invisibili forze malevole, ma rimane il loro assoluto valore artistico.
Proseguiamo la nostra passeggiata e raggiungiamo il Battistero. Negli spigoli della parte esterna dell’abside si notano due figure bizzarre in pietra serena scolpita. Raffigurano due volti umani, due mascheroni, sormontati da due leoni. Si tratta di opere di maestranze romaniche e il loro significato simbolico è piuttosto complesso. A noi moderni fanno un po’ sorridere, viste anche le loro forme semplificate e la strana posa dei felini sulle loro teste. Concludiamo il nostro piccolo tour a breve distanza: nelle cornici della porta del Paradiso e della porta nord, e nelle ante intorno ai quadrilobi di quest’ultima, Lorenzo Ghiberti ha modellato, con straordinario realismo, una grande varietà di animali e vegetali: scoiattoli, uccelli, lucertole e…un’infinita enciclopedia di insetti! Difficile spiegare cosa ci facciano questi animaletti vicino ai rilievi raffiguranti storie sacre, ma più interessante è la reazione di chi li guarda: tra l’attrazione per la meraviglia dell’arte e il senso di repulsione per il soggetto.