Con il nome di codici corali si indicano genericamente i codici liturgici di formato massimo che servivano nelle chiese cattedrali e nei monasteri per l'ufficiatura quotidiana del coro dove erano collocati sopra grandi leggii. Scritti quasi esclusivamente a lettere gotiche (gotico corale), su grandi fogli di pergamena, contengono le parti dei divini uffici che devono essere cantate e recano la notazione musicale. Secondo il loro speciale uso liturgico venivano indicati con nomi diversi; antifonario, graduale, pontificale, salterio, ecc. I codici corali della Cattedrale fiorentina sono conservati nel secolare Archivio dell'Opera di Santa Maria del Fiore e, oltre a tramandare un ricco repertorio di canti gregoriani, contengono al loro interno una vera e propria galleria d'arte, grazie alle innumerevoli e straordinarie miniature disseminate tra i loro grandi fogli in pergamena. Ricordati nell' Archivio dell’Opera vi sono musici italiani, francesi, fiamminghi e tedeschi, tra cui Antonio Squarcialupi, Guillaume Dufay, Heinrich Isaac, Francesco Corteccia, Marco da Gagliano, Gerolamo Frescobaldi e Luigi Cherubini. A partire dal secolo XV il Duomo fiorentino fu infatti celebre per la modernità della musica sacra composta al servizio della sua liturgia come per la bellezza dei suoi codici musicali, molti dei quali miniati da artisti importanti come Maestro Daddesco, Monte di Giovanni, frate Eustachio, Attavante degli Attavanti e molti altri maestri miniatori del tempo. Purtroppo, l'alluvione del 1966 ha gravemente danneggiato questi manoscritti, ma grazie al lavoro di esperti restauratori, giunto a compimento nel 1999, è stato possibile ricostruire e depurare dal fango le pagine dei singoli codici. La Cappella musicale Nell’ultima sala del Museo sono esposti a rotazione alcuni dei pochi libri della cappella musicale del Duomo ancora appartenenti all’Opera. La maggior parte dei libri di musica di Santa Maria del Fiore fu trasferita alla Biblioteca Laurenziana per volontà del Granduca Pietro Leopoldo Asburgo-Lorena, prima che questo principe lasciasse Firenze nel 1790 per assumere la corona del Sacro Romano Impero col nome di Leopoldo II. Nella sala è disponibile anche un'applicazione interattiva che permette di ammirare "da vicino" le bellissime miniature raffigurate nei manoscritti. Selezionando uno dei codici esposti nelle teche, è possibile sfogliare il manoscritto ed ascoltare il brano corrispondente. Foto credits: Antonio Quattrone per Opera di Santa Maria del Fiore