Opera Magazine
28/07/2015
L'amministrazione della fabbrica di Santa Maria del Fiore: dalle corporazioni alle Opere.
Il 28 luglio 1777, Pietro Leopoldo decretò la fusione dell'Opera di Santa Maria del Fiore e dell'Opera di San Giovanni.
Se è vero che già nei documenti di fine Duecento il termine opus è associato all'ambizioso progetto di Arnolfo di Cambio, è altrettanto indubbia l'ambiguità del vocabolo il cui valore semantico oscilla tra il generico riferimento all'impresa edilizia e la specifica definizione dell'ente che la sovrintende.
Incerte sono anche le notizie riguardanti gli operarii, ovvero le persone deputate a dirigere l'amministrazione del cantiere e quindi a gestire le risorse finanziarie del progetto. In un primo tempo la responsabilità della grande impresa sarà condivisa da cinque delle sette Arti maggiori ( Calimala, Lana, Por Santa Maria, Cambio e Medici e Speziali), ma già dal 2 ottobre 1331 sarà la sola Arte della Lana a prendere le redini dell'Opera del Duomo con l'introduzione di un nuovo metodo di finanziamento dell'impresa. Dopo anni di stasi il cantiere della Cattedrale si rianima e i lavori procedono con intensità: nel 1334 prende via la costruzione del Campanile, nel 1357 viene affidato a Francesco Talenti un nuovo e più ambizioso progetto di ampliamento del Duomo e nel 1420 iniziano i lavori di costruzione della Cupola.
L'Arte della Lana rimase a sovrintendere il cantiere fino al 1770 quando le antiche corporazioni vennero abolite. Sette anni più tardi, il 28 luglio 1777, Pietro Leopoldo decretò la fusione dell'Opera di Santa Maria del Fiore con l'Opera di San Giovanni, preposta all'amministrazione del Battistero e legata all'Arte di Calimala. Da allora l'Opera di Santa Maria del Fiore sovrintende a tutti i monumenti di Piazza Duomo e l'accorpamento avrebbe avuto effetti di rilievo anche sulla dotazione archivistica per l'acquisizione dell'importante serie dei registri battesimali.