Opera Magazine
29/11/2017
Il restauro del pavimento a mosaico di Santa Reparata
Si è concluso il restauro di uno dei simboli più antichi di Firenze: il pavimento a mosaico di epoca paleocristiana di Santa Reparata, con il suo celebre emblema del pavone.
Un lavoro lungo diciotto mesi, un restauro minuzioso eseguito dai restauratori dell'Opera di Santa Maria del Fiore, che ha interessato l'intero pavimento musivo dell'area archeologica di Santa Reparata - circa 100 mq, decorati con figure geometriche con esagoni, losanghe e nodi di Salomone.
Torna così visibile una delle più importanti e affascinanti testimonianze dell'antica Florentia, insieme alla sua decorazione-simbolo: il pavone, rappresentazione cristiana della resurrezione, insieme ad un'epigrafe con i quattordici nomi dei donatori dei mosaici, suddivisi secondo il numero di piedi romani finanziati.
I restauratori dell'Opera del Duomo al lavoro sul pavimento di Santa Reparata.
L’area archeologica della chiesa di Santa Reparata, nel Duomo di Firenze, è una fondamentale testimonianza dell’antica città, dove i visitatori possono cogliere non solo la storia della Cattedrale ma la vita della città di Firenze dal I al XIV secolo. L’area fu aperta al pubblico soltanto nel 1974, dopo una campagna di scavi durata circa dieci anni. Tre anni fa è stato realizzato il nuovo percorso espositivo ad andamento cronologico: dai resti di epoca romana, preesistenti alla costruzione della chiesa, alla sua fondazione in epoca Paleocristiana, fino alla fase altomedievale e romanica.
Un luogo che racchiude in sé l'intera storia dell'epoca pre-romanica fiorentina, facendo risalire la creazione del suo pavimento ai primi decenni del V secolo d.C., quando la prima chiesa di Santa Reparata era divisa al suo interno in tre navate separate da due file di quattordici colonne. L'attuale intervento di restauro fa parte di una serie di lavori programmati dall'Opera di Santa Maria del Fiore al fine di migliorare la fruizione dei monumenti del proprio complesso monumentale.
Il pavimento di Santa Reparata, infatti, presentava vari fenomeni di degrado a causa sia del passare del tempo - come il distacco e lo sfaldamento delle tessere, depositi di sporco e lacune di varie dimensioni - che dei restauri precedenti; a quest'ultimi sono riconducibili numerose integrazioni in cemento, dannose per le tessere stesse, oggi sostituite da una malta simile all'originale, incisa e ritoccata cromaticamente. La nuove integrazioni hanno così restituito leggibilità a tutti i decori del pavimento.
Una curiosità in chiusura: fu qui, nel 1972, che venne scoperta la tomba di Filippo Brunelleschi.
Per ogni informazione su orari e visite della chiesa di Santa Reparata, visita la pagina dedicata.