Opera Magazine
20/09/2021
“La via della Croce” - Festival Regionale di Musica Sacra
Seconda importante tappa del progetto “La Via della Croce”, programmato dal Festival Regionale di Musica Sacra nell’ambito delle manifestazioni per il 50mo dalla fondazione, sostenuto da Fondazione Caritro e in collaborazione con la Società Filarmonica di Trento. Si comincia mercoledì 22 alle ore 17 con una tavola rotonda a Trento al Vigilianum: una riflessione sul mistero della sofferenza di Cristo con l’apporto del teologo (Chiara Bertoglio), del biblista (Ernesto Borghi) e dello storico dell’arte (Antonio Viola scj), per preparare l’ascolto della Via Crucis di Liszt. Infatti, proprio l’enigmatica partitura lisztiana sarà oggetto della produzione musicale proposta dal Festival nel fine settimana, in tre serate musicali: venerdì 24 alle ore 20.30 a Trento nella Sala della Società Filarmonica di Via Verdi, quindi a Bolzano sabato 25 all’Auditorium del Conservatorio alle ore 17.30 ed infine a Firenze domenica 26 settembre nella Cappella della Croce del Duomo alle 19.30. Folto il parterre degli interpreti: grazie infatti alla collaborazione del Festival con l’Opera di S. Maria del Fiore, ossia l’antichissima Fabbriceria della Cattedrale di Firenze fondata nel 1296, si è realizzato un parternariato tra la Cappella musicale della Cattedrale fiorentina e artisti trentini, a partire dall’Ensemble Vocale ad Maiora alla pianista Lucrezia Slomp, (in coppia, per altro, con il pianista romano Claudio Trovajoli), alla voce recitante di Chiara Turrini. Della partitura lisztiana, di cui esistono varie versioni dello stesso autore, si è scelta la destinazione di soli, coro e pianoforte a 4 mani, impegnando quindi accanto alle già citate formazioni corali ed ai due solisti al piano, le voci del mezzosoprano Patrizia Scivoletto e del baritono Claudio Mugnaini mentre alla bacchetta si alterneranno Michele Manganelli direttore della Cappella fiorentina ed Alessandro Arnoldo direttore dell’Ensemble Ad Maiora. Il dramma del Calvario, descritto nel 1879 da Liszt con un linguaggio non solo dimentico di qualsiasi intenzione spettacolarmente virtuosistica, asciutto e scarno nella dimensione melodica, quanto armonicamente avveniristico, la cui modernità non mancò all’epoca di lasciare interdetto lo stesso “modernista” Wagner, verrà sottolineato dalla recitazione dei testi di Alda Merini scelti dal suo “Poema della Croce”, a conferma di una suggestione spirituale che la via del Calvario esercita oltre il tempo i generi i modi e le mode della cultura occidentale.