Opera Magazine
29/03/2017
Storia e misteri dello gnomone del Battistero
Una decorazione che è parte di una complessa macchina astronomica, lo "gnomone", e una storia che si porta dietro punti oscuri, leggende e qualche certezza: lo gnomone del Battistero.
Entrando all'interno del Battistero, il visitatore più attento noterà che uno dei bellissimi riquadri in marmi intarsiati del pavimento - quello verso la Porta del Paradiso - riporta il disegno di una ruota con i dodici segni dello zodiaco, centrata da un sole intorno cui corre una frase palindroma (identica in entrambi i sensi di lettura) che celebra l’astro maggiore quale centro e motore dell’universo.
In effetti, tramandano i cronisti e gli storici del passato (Villani, XIV secolo) che prima che il Battistero fosse sormontato dall’attuale lanterna e che fosse riorganizzato il tappeto marmoreo del pavimento con conseguente spostamento dello zodiaco (XIII secolo), da un foro nella copertura penetrasse un raggio di sole che ogni 21 giugno cadeva esattamente sull’immagine del cancro, in uno spicchio dello zodiaco, ad inaugurare l’estate nel giorno del suo solstizio.
Non sappiamo con certezza se questa decorazione fosse parte di questa complessa macchina astronomica il cui nome tecnico è “gnomone”, ma quasi certamente già in quest’epoca remota circolavano a Firenze nozioni di astronomia, ritrovate sui testi antichi classici, come ad esempio di Tolomeo, e forse conosciuti attraverso gli studi degli astronomi arabi.
Un primo piano dello zodiaco marmoreo del Battistero.
In passato si era anche creduto (Ximenes, XVIII secolo) che lo gnomone fosse stato progettato a cavallo tra il X e l’XI secolo dal fiorentino Strozzo Strozzi, uomo che si raccontava essere stato geniale e poliedrico: architetto, scultore e astronomo. Si tratta, però, di una figura leggendaria, come fu scoperto già dal Follini nell’Ottocento: l’intarsio pavimentale è infatti databile all'inizio del XIII secolo, e lo prova che nel pavimento della basilica fiorentina di San Miniato al Monte, datata 1207, se ne trova un secondo quasi identico, benché un po’ semplificato nel disegno: forse una copia appena più tarda, forse eseguito dalle stesse maestranze.
A suggerire, però, che esista del vero nella leggenda sullo gnomone del Battistero, si è scoperto che il suo “gemello” funziona effettivamente per il calcolo del solstizio d’estate: il 21 giugno, appena dopo mezzogiorno (un piccolo errore di calcolo dell’anonimo astronomo che l’ha realizzato), un raggio di sole penetra nella cattedrale e illumina ancora oggi il segno del cancro, che ha il dominio del cielo in quel mese.
Nel 1467, Paolo Dal Pozzo Toscanelli perfezionò queste esperienze di astronomia più antiche praticando un foro gnomonico nella cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, a 86 metri dal suolo, costruendo il più alto gnomone d'Europa tuttora attivo.