Opera Magazine
09/12/2014
Tra storia e leggenda: la testa di toro sul Duomo di Firenze
La leggenda di un tradimento e dell'originale vendetta immortalata tra le statue della Cattedrale.
I monumenti di Piazza Duomo nascondono molti dettagli spesso invisibili ad una prima occhiata. Un esempio è rappresentato dal doccione marmoreo raffigurante una grossa testa di bue, con tanto di corna, che è possibile scorgere guardando in alto sul fianco sinistro del Duomo fra Via Ricasoli e Via dei Servi.
Ma cosa ci fa una testa di toro tra le statue che adornano il Duomo di Firenze?
Pare che in passato esistesse l'usanza di dedicare sculture agli animali per riconoscerne il sacrificio impiegato durante la costruzione delle opere d'arte tanto che tra le decorazioni marmoree del duomo fiorentino troviamo altri doccioni antropomorfici o dalle sembianze ferine. Secondo la tradizione, quindi la statua potrebbe rientrare tra gli omaggi dei costruttori ai vari animali da traino impiegati per trasportare i materiali necessari per la realizzazione della Cattedrale. Esiste però un'altra versione più curiosa e goliardica: la leggenda di un tradimento e dell'originale vendetta dell'amante.
La tradizione popolare vuole che intorno al 1400, quando la costruzione della Cattedrale era giunta a tale altezza, in una casa di Via Ricasoli abitasse un sarto gelosissimo della moglie la quale, a detta di molti, intratteneva una relazione con un capomastro dell'Opera del Duomo. Scoperto l'adulterio, il sarto denunciò sia la moglie che il suo amante al Tribunale Ecclesiastico. La leggenda narra che fosse proprio il capomastro a porre la testa del bovino rivolta verso le finestre del sarto geloso per ricordargli ogni giorno la sua condizione di marito tradito. Ancora oggi, a distanza di secoli, la statua rappresenta la testimonianza del tradimento subito, ma il sarto se ne sarà accorto?
Credits: la foto è di Marcello Alinari