Opera Magazine
07/12/2016
Tre capolavori tornano a casa. Dal 7 dicembre visibili al Museo dell'Opera del Duomo
L'Opera del Duomo riacquista tre capolavori scultorei di Arnolfo di Cambio e Tino di Camaino, scomparsi da secoli, e li riporta a casa. Dal 7 dicembre saranno esposti al Museo del Duomo.
Tre capolavori scultorei del periodo medievale fiorentino tornano a casa. Dal 7 dicembre, nella sala del Paradiso del Museo dell'Opera del Duomo, saranno visibili tre differenti opere appartenenti ad Arnolfo di Cambio e Tino di Camaino.
L'Opera del Duomo riporta a "casa" tre elementi scultorei dei suoi arredi plastici di prima generazione, quella fase costruttiva e decorativa avviata nel 1296 e protrattasi fino al tardo '500. In particolare, si tratta di un Apostolo - creato da Arnolfo di Cambio - e due angeli reggidrappo realizzati da Tino di Camaino, originariamente ideato per la facciata il primo e per la controfacciata i secondi.
Soprattutto l'Apostolo di Arnolfo ha una storia travagliata, portata finalmente a chiusura con la ri-acquisizione da parte dell'Opera del Duomo: la scultura del maestro fiorentino, infatti, è stata oggetto di un iter turbolento, dapprima nella sua posizione poi rimossa per volere del Granduca Ferdinando I durante il periodo di smantellamento della facciata medievale della Cattedrale (1587), infine passata dai depositi dell'Opera alla collezione della famiglia Torrigiani nel corso dell'800. Opera di intenso pathos, è tra le massime espressioni del nuovo interesse umano mutuato dalla spiritualità francescana e sviluppato anche nella pittura di Giotto.
Dal 7 dicembre la statua sarà reintegrata nella ricostruzione a dimensione naturale della facciata medievale della Cattedrale, visibile nella Sala del Paradiso del Museo del Duomo. Collocata all'interno del gruppo della Dormitio, riportando così un'opera originale nel suo alveo nativo.
Le altre due sculture, a firma del maestro senese Tino di Camaino, e provenienti dal monumento sepolcrale del Vescovo Antonio d’Orso - realizzato intorno al 1321 per la controfacciata del Duomo di Firenze - decoravano la cimasa del perduto tabernacolo architettonico del monumento, dove le loro forme triangolari s’inserivano nel frontone. Spostato più volte all’interno del Duomo, il monumento, senza il suo tabernacolo architettonico, fu riportato alla posizione originale sulla controfacciata solo nel primo Novecento. Adesso, i due angeli verranno esposti nelle sale del Museo.