Opera Magazine
08/01/2016
L'8 gennaio 1337 moriva Giotto di Bondone.
Capomastro dell'Opera del Duomo dal 1334, Giotto nello stesso anno iniziò la costruzione del Campanile che porta il suo nome.
Ricorre oggi la morte di uno dei principali artefici del progetto di Piazza Duomo a Firenze: Giotto di Bondone, meglio noto semplicemente come Giotto. Tra i maggiori pittori e architetti italiani del Medioevo, fu molto apprezzato dai suoi contemporanei tanto da esser definito dal Boccaccio "il miglior dipintore del mondo".
Con la sua pittura, che rompeva gli schemi con quella del passato, Giotto ha portato ad una grande rivoluzione nell'arte figurativa, diventando un innovatore di gusto e stile e un modello d'ispirazione per gli artisti del Rinascimento. Nato intorno al 1266 da una famiglia di contadini di Colle di Vespignano a Vicchio nel Mugello, vicino Firenze, secondo la leggenda Giotto venne notato da Cimabue mentre pascolando le sue pecore le ritraeva su di un sasso. Così intorno al 1272 divenne allievo del grande pittore con il quale lavorò fino fino al 1290 quando aprì la propria bottega. A cavallo tra il 1200 e il 1300 Giotto si divide tra Assisi e Roma e in questo periodo raggiunge il massimo splendore diventando un artista molto apprezzato.
Rientra a Firenze intorno al 1311, dove lavorerà alle Cappelle di famiglie facoltose fiorentine, come la Cappella dei Bardi e la Cappella dei Peruzzi in Santa Croce. Negli stessi anni si sposterà anche a Napoli per poi tornare definitivamente a Firenze nel 1334 quando viene nominato capomastro dell'Opera del Duomo. Qui inizia i lavori per la realizzazione del progetto a cui è più legato e che porta il suo nome: il celebre Campanile del quale completò solo l'ordine inferiore con i bassorilievi prima della sua morte avvenuta l'8 gennaio 1337. Fu sepolto nell'antica cattedrale fiorentina, Santa Reparata.