Opera Magazine
16/09/2015
La Maddalena penitente di Donatello
Un'opera insolita e sorprendente lontana dagli ideali stilistici rinascimentali.
Dopo le operazioni di trasporto e ricollocazione della Porta Sud all'interno del museo dell'Opera del Duomo, in occasione dell'anniversario della morte di Donatello - avvenuta il 13 dicembre 1466 - parliamo di un altro grande capolavoro restaurato e visibile in museo: la Maddalena penitente.
Scolpita per il Battistero di San Giovanni tra il 1453 e il 1455, la Maddalena è un vero e proprio capolavoro di naturalismo veristico e rappresenta la crisi e il superamento di quel classicismo di cui Donatello era stato il principale rappresentante nella fase giovanile. La statua è intagliata in legno di pioppo bianco, un materiale difficile da scolpire e che, a differenza della pietra o del marmo, non consente sfumature e passaggi morbidi: per questo, dopo essere stato in auge nel Medioevo, l'uso del legno in scultura divenne via via più raro nel Rinascimento. Donatello scelse questo materiale perché doveva trattare un tema inconsueto e toccante, l'ascesi attraverso la mortificazione della carne, suscettibile di drammatici contrasti.
«Di mano di Donato [è] una Santa Maria Maddalena di legno in penitenza, molto bella e molto ben fatta, essendo consumata dai digiuni e dall'astinenza, intanto che pare in tutte le parti una perfezzione di notomia, benissimo intesa per tutto.»
Giorgio Vasari descrive con queste parole la straordinaria interpretazione di questa donna in penitenza che si allontana dall’iconografia tradizionale del personaggio per porre l’accento, come sempre avviene nelle sculture del Donatello, sulla raffigurazione dell’interiorità e del sentimento umano. La Maddalena, rappresentata solitamente come una donna giovane e bellissima, diviene ora una figura divorata dal segno degli anni e dai digiuni, dall’astinenza e dalle altre penitenze alle quali si è sottoposta. Inoltre è rappresentata nuda, coperta solo dai lunghissimi capelli che le avvolgono il corpo. Se da una parte Donatello ci presenta la figura di un’anziana sgraziata, dall’altra lo scultore fiorentino crea un’immagine di assoluta bellezza da un punto di vista espressivo.
La collocazione
La presenza della statua in Battistero è confermata nel 1550 da un pagamento dell’Arte di Calimala a favore dell’orafo Jacopo Sogliani per la “diadema facta per la figura et immagine di Santa Maria Maddalena” ma pare che nella stessa collocazione l’avesse già vista Carlo VII di Valois nel 1494 che offrì per averla delle somme enormi. In seguito la statua fu più volte spostata. Gravemente danneggiata dall’alluvione del 1966, l’opera è stata trasferita nel Museo dal 1972.
Dopo il massiccio intervento di restauro, durato circa due anni e eseguito dall'Opificio delle Pietre Dure, la statua è stata ricollocata al'interno del Museo dell'Opera del Duomo nella Sala che prende il nome proprio da quest'opera: la Sala della Maddalena. Ti aspettiamo per scoprire questo capolavoro interamente restaurato.