Opera Magazine
05/01/2021
Intorno alla Maddalena penitente di Donatello: concetti di virtù e bellezza
La Maddalena penitente di Donatello conservata presso il Museo dell'Opera del Duomo di Firenze è una delle sculture più celebri della storia dell’arte.
La Maddalena penitente di Donatello conservata presso il Museo dell'Opera del Duomo di Firenze è una delle sculture più celebri della storia dell’arte. Senza tempo da tanti punti di vista, l’opera riesce ancora oggi a comunicare efficacemente con i visitatori, che difficilmente le rimangono indifferenti. La scultura è avvolta da un'aura potentissima che colpisce l'anima di chi la osserva risvegliando catarticamente le emozioni del proprio essere. Povertà, penitenza, sofferenza, devozione, speranza, attesa, risurrezione, degrado, esilio, bellezza ma persino rifiuto e bruttezza sono alcuni dei commenti dei visitatori quando la contemplano. Chi visita il Museo, capisce subito che la Maddalena di Donatello è diversa dalle altre opere del percorso museale, dove marmo, bronzo, oro, argento sono i protagonisti. Donatello scelse di fare una Maddalena lignea, di pioppo dipinto, materiale che pone di manifesto la perenne caducità della vita di fronte all'immutabilità dello spirito. Le capacità comunicative della scultura derivano anche dalla scelta di questo materiale, che ha consentito all'artista di dotarla di un'espressività unica.
Donatello, Santa Maria Maddalena penitente, 1450-55 ca., Museo dell'Opera del Duomo
Vi sono ancora interrogativi attorno all'opera; gli studiosi non sono ancora d'accordo sulla data di realizzazione né sul luogo a cui era destinata. I documenti la menzionano in Battistero già nel XVI sec. Infatti, il Battistero, dedicato a Giovanni Battista, patrono della città e di cui l'umiltà è una delle principali caratteristiche, così come ci ricorda Andrea Pisano nella Porta Sud dell'edificio, si sarebbe dimostrato un luogo coerente per la scultura sia dall'inizio che successivamente, poiché la Maddalena funge da controparte femminile del Battista. L'innegabile messaggio di umiltà, speranza e sopravvivenza che emana il capolavoro doveva colpire profondamente le donne del tempo, le quali grazie agli ordini mendicanti, erano diventate sin dal basso medioevo particolarmente devote alla santa. Per tante prostitute convertite, la Maddalena era un ideale di salvezza a cui aspirare e le fonti dell'epoca ricordano come queste venissero chiamate "Maddalene" a Firenze.
Questo aspetto ci riporta alle origini della Maddalena nel cristianesimo; se la scultura di Donatello è avvolta dal mistero, il personaggio evangelico non è privo di complessità; la Maddalena che tutti conosciamo, tramandata dalla tradizione e dall'iconografia, è in realtà la personificazione di varie donne citate nei Vangeli, che danno luogo a un unico modello devozionale femminile: la prostituta anonima della casa del fariseo Simone che aveva bagnato i piedi di Gesù con le sue lacrime per poi asciugarli con i suoi capelli; Maria di Magdala (da cui il nome Maddalena) liberata da sette demoni e Maria di Betania, sorella di Marta e Lazzaro, che aveva cosparso d'olio i piedi di Cristo.
Maria Maddalena celebrata come "memoria" nel rito romano è passata nel 2016 al grado di "festa" per volontà di papa Francesco, che l'ha ricordata come "Apostola degli Apostoli", sottolineando l'importanza del ruolo della donna nel Vangelo.
Sala della Maddalena, Museo dell’Opera del Duomo
La scultura è enigmatica di per sé: consumata dai digiuni come la descrive Vasari nelle “Vite”, Donatello rappresenta la Maddalena del racconto agiografico di Jacopo da Varazze nella Legenda Aurea (XIII sec.): una donna peccatrice perdonata da Cristo perché aveva molto amato e che dopo la sua morte si sarebbe recata nel sud della Francia annunciando il Vangelo e trascorrendovi gli ultimi 30 anni della sua vita da penitente, alimentata unicamente dalla forza dello spirito.
Per chi non conosce la scultura, è facile confonderla con la raffigurazione del Battista e quindi, riconoscerla come uomo anziché come donna; fatto importante per la comprensione di quest'opera, dove la donna sprovvista dalla sua bellezza effimera diventa modello di speranza e sopravvivenza.
Rimanendo nella sala a lei dedicata si osservano dipinti e raffigurazioni di altre sante donne caratterizzate dalla loro bellezza. Nella Maddalena la virtù viene materializzata in maniera diversa; Donatello sembra aver annullato in lei i canoni estetici dell'epoca rendendola molto attuale: una donna modello per la sua forza interiore e non per la sua apparenza fisica.