Opera Magazine
11/09/2019
Leonardo, il David e l'Opera del Duomo. Visita la nuova mostra al Museo dell'Opera del Duomo
Dall'11 settembre al 3 novembre arriva una mostra speciale al Museo dell'Opera del Duomo: 'Leonardo, il David e l'Opera del Duomo', dedicata al verbale della commissione che nel 1504 si riunì per scegliere il luogo più adatto alla collocazione del David di Michelangelo.
"...che stia nella loggia". Leonardo, il David e l'Opera del Duomo. E' questo il titolo della mostra, curata da Antonio Natali, in occasione della ricorrenza del cinquecentenario della morte di Leonardo da Vinci. Per questo evento speciale, il Museo dell’Opera del Duomo espone il verbale della commissione che nel 1504 fu riunita per scegliere il luogo più adatto alla collocazione del David di Michelangelo. Nel novero nutrito dei maestri eccellenti convocati c’era, appunto, Leonardo, poco più che cinquantenne. In quel verbale il suo nome compare una prima volta nella lista dei chiamati a pronunciarsi, scritto sul verso della prima carta; e un’altra volta si legge in margine alla sua opinione, riportata sul verso della seconda.
Dato che i documenti sono legati in un volume, non è stato possibile offrire alla vista dei visitatori entrambe le carte in originale. E' stato pensato che la lettura del parere di Leonardo fosse capace di comunicare suggestioni più vibranti di quelle che potevano sortire dalla menzione del suo nome, pur nel contesto di un assembramento stupefacente. Così, tutte le carte si potranno leggere in fac-simile, insieme a una trascrizione.
La mostra – che durerà fino al 3 novembre per non infliggere al supporto cartaceo un'eccessiva esposizione alla luce – è stata allestita nella sala che il Museo dell’Opera ha interamente votato alla Pietà di Michelangelo, visto che sua è la statua oggetto del dibattito registrato nel verbale conservato nell’Archivio dell’Opera di S. Maria del Fiore, e soprattutto perché Michelangelo lavorò al David proprio nelle stanze dov’è dislocato il museo.
Accompagnerà l’esibizione del verbale un video, cui è affidato il compito d’illustrare digitalmente sia il trasferimento del David dalle stanze dell’Opera all’arengario di Palazzo Vecchio, sia le ubicazioni proposte dai diversi convenuti a quel dibattito - tra i quali ricordiamo Botticelli, il Perugino, Andrea della Robbia, Davide Ghirlandaio, Simone del Pollaiolo, Antonio e Giuliano da Sangallo - offrendo alla riflessione comune un’immagine vivida di Firenze nel primo decennio del Cinquecento, al tempo del governo della Repubblica di Pier Soderini. Tempo tuttora esemplare per la città. Coloro che l’amministravano o che vi svolgevano comunque un ruolo determinante, dovendo stabilire quale fosse in Firenze l’ubicazione più consona per una statua monumentale, giudicata di gran pregio qualitativo e fin da subito caricata d’alti significati simbolici e politici, stimarono fosse indispensabile sentire il parere di coloro che in materia d’arte e di decoro espressivo avessero le maggiori competenze.
Una dimostrazione di coraggio, spregiudicatezza e anticonformismo: tre attitudini che senza il conforto della cultura possono essere perfino pericolose; ma che, viceversa, proprio una cultura profonda e radicata come quella umanista converte in virtù. Perché non va dimenticato che, nel caso del David, il suo artefice non aveva ancora 30 anni e, sebbene rinomato per la sua abilità di scultore, era pur sempre un azzardo sistemarne il colossale nudo in una piazza al tempo priva di quegli arredi imponenti che solo in seguito l’avrebbero punteggiata.
Risoluzione dunque audace; che verosimilmente non trovò concordi tutti i fiorentini, se è vero che, durante il trasporto del marmo dall’Opera del Duomo a Palazzo Vecchio, si dovettero mettere alcune guardie intorno al David perché di notte c’era chi gli tirava dei sassi. Ma si sa: dovunque è difficile accontentare tutti. Difficile dovunque, e impossibile a Firenze.
Info
La mostra sarà visibile dall'11 settembre al 3 novembre 2019 nella Tribuna di Michelangelo del Museo dell'Opera del Duomo.