Opera Magazine
26/09/2017
La tecnologia avanzata che preserva i capolavori del Museo dell'Opera del Duomo
Come capolavori senza tempo, come le porte del Battistero e la Maddalena di Donatello, vengono conservati grazie all'applicazione di tecnologie all'avanguardia nel museo dell'Opera del Duomo.
Spesso siamo inconsciamente portati ad immaginare - o meglio, visualizzare - un museo come un semplice contenitore di opere d'arte di ogni genere e forma, senza, però, considerare come ogni opera d'arte sia una creazione a sé per caratteristiche intrinseche, storia, età e stato di conservazione.
In quest'ottica è interessante sapere che molte tra le più importanti testimonianze di arte sacra, pervenuteci dal periodo rinascimentale, necessitano di tecnologie avanzate, quasi sempre disegnate su misura, per una corretta fruizione e conservazione delle opere stesse. Un esempio eccellente? Le porte del Battistero esposte al Museo dell'Opera, a cura dell'azienda specializzata Goppion.
Il nuovo Museo dell'Opera del Duomo, infatti, è dotato in tutto il percorso museale di speciali teche protettive per le opere più fragili e delicate che per conservarsi hanno necessità di non dover subire sbalzi di temperatura ed umidità. Le varie sale del museo sono climatizzate, ma le variazioni atmosferiche e la presenza massiccia dei visitatori portano ad inevitabili, seppur lievi, variazioni di temperatura e di umidità. Queste vetrine sono state appositamente progettate e costruite nel rispetto della conservazione del manufatto che poi vi è stato collocato.
Un particolare dell'interno della teca della Porta del Paradiso.
Le più imponenti si trovano nella sala del Paradiso, a protezione delle porte bronzee del Battistero. Sono alte 6,30 metri, larghe 4,30 e profonde 2 metri circa. La loro struttura è in acciaio verniciato con vernici atossiche; sono sigillate con guarnizioni speciali e sono provviste di vetri antisfondamento. La profondità della teca, inoltre, è progettata per permettere lo spostamento della porta (del peso di circa 8 tonnellate!) su appositi binari - visibili dall'esterno - per consentire ai restauratori di monitorare, controllare e, se necessario, intervenire utilizzando un piccolo ponteggio.
La teca è inoltre dotata di un sistema di controllo dei parametri di temperatura e umidità per garantire la conservazione ottimale del manufatto. Più precisamente, le porte bronzee devono stare in un ambiente estremamente secco - costantemente ad un tasso di umidità del 3% - per impedirne l'ossidazione dei materiali e la formazione di sali instabili tra la superficie bronzea e la pellicola dorata. Il sistema tecnologico applicato al Museo dell'Opera del Duomo, infatti, regola costantemente, attraverso valvole e umidificatori, l'umidità e la temperatura all'interno delle vetrine.
Proseguendo in questo ideale percorso del museo, tra arte e hi-tech, c'è poi la Maddalena di Donatello: conservata in una vetrina con le stesse caratteristiche e con i parametri di umidità e temperatura ottimali per i manufatti lignei, dato il particolare materiale utilizzato da Donatello per scolpire il suo capolavoro: il legno di pioppo bianco.
La Maddalena penitente di Donatello all'interno della sua speciale vetrina.
A conclusione del percorso troviamo altre speciali vetrine a proteggere l'Altare d'argento - conservato sotto azoto, all'interno di una teca, in condizioni ideali di temperatura ed umidità -, la Croce del Pollaiolo, antichi dipinti su tavola, preziose oreficerie, modelli in legno, parati tessili liturgici, delicatissimi pannelli ricamati, e manoscritti.
Insomma, non ruberanno l'occhio come le opere d'arte che conservano ma se ancora oggi riusciamo a stupirci davanti a capolavori senza tempo, parte del merito va attribuito alla costante quanto silenziosa azione di queste tecnologie: una perfetta sintesi tra passato e presente.