Opera Magazine
18/08/2016
Le Cantorie di Luca della Robbia e Donatello, due capolavori assoluti del Rinascimento fiorentino.
Nato e sviluppato proprio intorno alle Cantorie, il Museo dell'Opera del Duomo oggi espone i due capolavori in una sala che rievoca il presbiterio di Santa Maria del Fiore.
Se avete visitato il Museo dell'Opera del Duomo sarete sicuramente entrati nella Sala delle Cantorie, l'ambiente che ospita due dei maggiori capolavori della collezione. Quello che forse non sapete è che proprio le Cantorie rappresentano il cuore del Museo, le opere intorno a cui è nato e si è sviluppato. Ma andiamo con ordine...
Prende il nome di cantoria la balconata marmorea destinata ad ospitare i coristi addetti ai canti liturgici, generalmente collocata in prossimità dell'organo di una chiesa. Al ruolo puramente funzionale si sovrappone quello decorativo: non a caso l'impresa fu commissionata ad artisti del calibro di Luca della Robbia e Donatello. In vista della consacrazione della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, l'Opera del Duomo infatti si affrettava a terminare le decorazioni esterne ed interne della basilica tra cui appunto le due Cantorie da collocare al di sopra delle porte delle sagrestie: a Luca della Robbia fu affidata la cantoria per la porta della Sacrestia delle Messe, che lo tenne impegnato dal 1431 al 1438, mentre a Donatello quella per la Sacrestia dei Canonici, realizzata tra il 1433 e il 1439.
Due opere straordinarie, molto diverse nello stile e nell'approccio ai temi affidati. Luca della Robbia, rifacendosi al salmo 150 " Laudate Dominum", rappresenta diversi gruppi di fanciulli che cantano, suonano e danzano con la compostezza e la grazia tipiche del Rinascimento. Noto come "il più grande classicista del Quattrocento" non si limita all'aspetto compositivo, ma scende nel dettaglio analizzando atteggiamenti e stati d'animo. Del tutto diversa la cantoria di Donatello, considerata da molti un'opera sperimentale, dove le figure appaiono quasi abbozzate e lanciate in una corsa che le fa apparire dinamiche e vive. Siamo di fronte a due concezioni di vita, due modi antitetici di concepire il mondo: l'"apollineo" di Luca e il "dionisiaco" di Donatello.
Chissà se i due artisti avevano concordato questa diversità di approccio rispetto ai temi a loro affidati!
Per circa due secoli e mezzo le cantorie rimasero al loro posto finché nel 1688 in occasione delle nozze del Gran Principe Ferdinando, figlio di Cosimo III de' Medici, con Violante Beatrice di Baviera, furono rimosse perché giudicate superate e non confacenti al nascente gusto barocco. Dopo soste più o meno lunghe alla Galleria degli Uffizi e al Bargello, l'Opera del Duomo provvide a rimontarle nel proprio Museo per la prima apertura nel 1887 dove ancora oggi si possono ammirare.
Foto di Antonio Quattrone per Opera di Santa Maria del Fiore