Opera Magazine
07/06/2016
Opere di terra quasi eterne ovvero l'arte della ceramica invetriata a Il Grande Museo del Duomo
Un laboratorio in mostra: dal 9 al 19 giugno, lo spazio adibito alle esibizioni temporanee ospita le creazioni scaturite dal laboratorio di studio pensato per due 5° classi del Liceo Artistico Leon Battista Alberti.
I capolavori de Il Grande Museo del Duomo sono stati creati per educare: fanno parte dell’aula aperta più grande del mondo, Piazza Duomo a Firenze, dove da un anno si svolgono attività e percorsi didattici pensati per approfondire i programmi scolastici.
La mostra Opere di terra quasi eterne ovvero la ceramica invetriata nel Grande Museo del Duomo è l’esito di un percorso che ha coinvolto istituti scolastici, insegnanti, artigiani e una grande fabbriceria quale l’Opera di Santa Maria del Fiore con l’obiettivo di offrire agli studenti un’esperienze di formazione e orientamento professionale, legata all’artigianato e alla valorizzazione del patrimonio artistico.
Ciò che emerge all’interno della scuola e fra gli studenti è l’urgenza di creare luoghi e tempi dove trasmettere e condividere il sapere manuale che giorno dopo giorno nelle mani degli artigiani, degli operai e dei restauratori ha reso indissolubile il legame fra la bellezza e il lavoro, fra creare e preservare, fra progettare e mantenere. In questi mesi i ragazzi, le insegnanti, i Maestri artigiani, il Dipartimento Didattica del Grande Museo del Duomo hanno lavorato a un progetto che si è concluso con due riproduzioni in scala 1:1 dell’Agnus Dei di Luca della Robbia, copie che andranno ad arricchire il percorso tattile del Museo. Il risultato va ben oltre la qualità tecnica e rappresenta la sfida di una “Buona scuola” che non lascia indietro nessuno e che scommette sul futuro e sul lavoro.
La ceramica invetriata
Tecnica artigianale antichissima, nel primo Rinascimento la ceramica invetriata diventa vera e propria forma artistica a Firenze e nel Duomo, in grandi rilievi realizzati da Luca della Robbia per i timpani delle porte delle sacrestie, diventando in seguito – nelle opere del nipote di Luca, Andrea della Robbia -, una delle espressioni più tipiche dell’arte fiorentina.
La ceramica invetriata era particolarmente apprezzata per i decori interni di chiese e case, dove la sua superficie refrattaria rifletteva i punti luce di candele e lampade, intensificandone l’impatto. Ai fiorentini è sempre piaciuta infatti quest’arte che, meno costosa della scultura in marmo o bronzo, produce “opere di terra quasi eterne”.
La mostra
Dal 9 al 19 giugno, l'esposizione è aperta tutti i giorni dalle 16.00 alle 18.00.
Ingresso libero.