Opera Magazine
02/08/2013
La Porta del Paradiso... O quasi!
Dietro a opere come il Battistero di San Giovanni c’è una progettualità, un “Disegno”, che guida le mani degli artisti e degli operai e c’è la dimensione del tempo necessario a far sì che queste occupino quello spazio con quei volumi.
Occupare spazi con volumi di pietra: volendo banalizzare, a questo potremmo ridurre l’architettura (anche se ovviamente, oggi, i materiali con cui “occupare gli spazi” sono molto più numerosi della sola pietra... ).
Ma dietro a opere come il Battistero di San Giovanni c’è molto, molto di più. C’è una progettualità, un “Disegno”, che guida le mani degli artisti e degli operai e c’è la dimensione del tempo necessario a far sì che la progettualità, il Disegno finalmente occupino quello spazio con quei volumi.
È per questo motivo che la storia dell’umanità così come è narrata dalla Bibbia sulle tre porte del battistero richiese più di centoventi anni.
Si iniziò nel 1329 con la Porta sud di Andrea Pisano. Ma è il concorso del 1401 per la seconda Porta, quella nord, che si prende come simbolo dell’inizio della grande rivoluzione del Rinascimento Fiorentino. La commessa è vinta da Lorenzo Ghiberti (che ha “autografato” l’opera) e la Porta sarà conclusa nel 1424.
Il lavoro del Ghiberti piacque così tanto all’Opera che per la porta successiva non fu neanche indetto un concorso: la commessa venne affidata direttamente al Ghiberti stesso: la Porta est, la più importante perché rivolta alla Cattedrale (parliamo di Santa Reparata, visto che Santa Maria del Fiore quale la conosciamo non esisteva ancora!), sarà completata nel 1452.
Il capolavoro assoluto di Ghiberti è noto come Porta del Paradiso. Molto probabilmente la denominazione era dovuta alla collocazione stessa della porta: tra il Battistero e Santa Reparata si trovava un cimitero, e quindi la porta dava letteralmente sull’ingresso al Paradiso.
È stato poi il Vasari a dare una motivazione più colorita: sarebbe stato Michelangelo a dire delle ante “che elle son tanto belle che elle starebbon bene alle porte del Paradiso”.
Non sapremo mai se Michelangelo pronunciò davvero queste parole o se se le sia inventate Vasari, accanito “fan” del Ghiberti...