Opera Magazine
21/07/2013
La Bottega: lavoro e passione dal 1296
Marcello lavora nella Bottega dell’Opera di Santa Maria del Fiore da più di trenta anni. Gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza, sul lungo filo che collega gli artisti del Trecento a quelli di oggi.
In tempi di profonda crisi, dove tante aziende italiane, anche famose nel mondo, chiudono, che effetto le fa essere a capo di una Bottega che produce dal 1296? È un onore lavorare in una Bottega che ha una storia secolare come quella dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Sono più di trent’anni che lavoro qui, ma fa sempre un grande effetto lavorare per la stessa bottega in cui si sono succeduti dal 1296, anno di fondazione dell’Opera, tutti i grandi maestri che hanno preso parte ai lavori di costruzione del complesso monumentale.Qual è la sua opinione sul progetto di riorganizzazione dell’Opera in quello che è divenuto il Grande Museo del Duomo? Un grande luogo di storia e di fede, un unico biglietto per usufruirne, anzi “il” Biglietto Unico. Il suo parere: quali sono i vantaggi per i visitatori? In che modo il Biglietto Unico migliora la loro esperienza del Grande Museo del Duomo? Trovo che sia un ottimo progetto quello di unificare il patrimonio artistico e culturale gestito dall’Opera di Santa Maria del Fiore. Inoltre rispecchia in pieno l’assetto originario della Piazza che nasce come un Unicum e solo in seguito viene percepita in maniera frammentaria. Ci saranno sicuramente molte difficoltà interne, sia di organizzazione sia di gestione, come sempre nei grandi progetti, ma credo che l’obiettivo principale sia quello di migliorare sempre più i servizi per i turisti e il Biglietto Unico risponde perfettamente a questa esigenza.La riorganizzazione passa, in gran parte, per il web: ma non solo. Adesso Piazza del Duomo è vista, e sarà fruita, come un unico grande spazio monumentale: qual è il coinvolgimento diretto della Bottega rispetto alle opere di restauro, all’ingrandimento della Galleria d’Arte e ai prossimi eventi? Ci sono più di 10 persone che lavorano nella bottega. Da sempre quelli che chiamano gli scalpellini della bottega, e che io preferirei chiamare artisti, lavorano alla manutenzione e al restauro non solo conservativo ma anche integrativo delle opere e delle decorazioni dei monumenti. È un cantiere sempre aperto in cui il lavoro non finisce mai, non solo per l’immenso patrimonio artistico che possiamo trovare in Piazza del Duomo, ma anche per la costante manutenzione di cui hanno bisogno i marmi. L’apertura del Grande Museo del Duomo verso il lato “social” del web lo rende di fatto il primo grande museo italiano orientato in questo senso: che cosa si aspetta che questa novità comporti per la vita quotidiana della Bottega? La bottega è da sempre una grande attrattiva per i turisti e lo dimostra la fila di persone che quotidianamente si affaccia al vetro del laboratorio per fotografare o solamente perché incuriosita dagli strumenti e dagli scalpellini al lavoro. Con l’enorme materiale a disposizione potrebbe essere considerata già di per sé un museo! Il fatto di far conoscere questa realtà attraverso il web a un numero maggiore di persone credo sia un valore aggiunto per l’Opera del Duomo.Credo sia molto interessante far capire ai visitatori il rapporto tra le opere de Il Grande Museo del Duomo e la Bottega in modo che possano capire che cosa c’è dietro tutto ciò che vedono. Dall’altro lato però è importante sottolineare che la Bottega è principalmente un luogo di lavoro e che quindi non è visitabile in ogni momento e con le stesse modalità del complesso monumentale. Il progetto è importante, ma certamente costruire, a suo tempo, Cattedrale, Cupola e Campanile non deve essere stata una passeggiata... Se potesse parlare con uno solo dei grandi artisti che hanno fatto Santa Maria del Fiore, con chi vorrebbe parlare? C’è un segreto, che riguarda la costruzione dell’Opera, che vorrebbe vedere svelato? Vorrei parlare con più di uno! È difficile scegliere tra personaggi e artisti così illustri come le maestranze che hanno lavorato alla realizzazione della nostra Piazza.Sicuramente mi piacerebbe parlare con Arnolfo di Cambio, il progettista della prima facciata della Cattedrale di Santa Maria del Fiore le cui decorazioni scultoree sono esposte nella Galleria dell’Opera del Duomo.Poi con il grande Brunelleschi per conoscere le difficoltà del suo progetto e farci svelare il segreto della costruzione della Cupola.Che cosa costituisce il cuore del vostro lavoro?Solamente noi che lavoriamo nella stessa bottega, utilizziamo gli stessi strumenti e percorriamo gli stessi spazi in cui hanno lavorato i grandi artisti rinascimentali siamo in grado di capire in pieno ed entrare in contatto con il mestiere di quel tempo.Ci sono scarse notizie sulla bottega ed è un peccato non far conoscere il messaggio più importante che vorrei trasmettere riguardo a questa realtà: l’amore e la passione degli artisti per le proprie opere è il vero lavoro che si tramanda all’interno di questa bottega.Dal 1296 fino alla fine dell’Ottocento, quando è stata conclusa la facciata della cattedrale, abbiamo la testimonianza della cura e dell’attenzione con cui sono state elaborate le opere e le decorazioni.Solo noi che viviamo a stretto contatto con questo immenso patrimonio artistico abbiamo il privilegio di vedere lo studio dei minimi dettagli e dei particolari minuziosi di alcune opere che sono stati creati solo per amore del proprio lavoro perché magari posizionate talmente in alto da non esser visibili dal pubblico.È questa passione che cerchiamo di mantenere viva ancora oggi.