Opera Magazine
17/03/2022
Il Paradiso dei Santi protettori di Firenze
Seconda tappa del viaggio alla scoperta della devozione fiorentina nei tesori d’arte dell’Opera di Santa Maria del Fiore
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Proseguiamo il nostro viaggio alla scoperta dei santi cari alla devozione fiorentina attraverso i grandi capolavori dell’Opera di Santa Maria del Fiore.
Riprendiamo il percorso da dove l’avevamo interrotto, ovvero dalla tribuna nord-ovest della Cattedrale, detta “Sala dei vescovi”, per via della presenza di sei sculture effimere raffiguranti importanti santi della storia fiorentina, vescovi e non, realizzate alla fine del Cinquecento da Pietro Tacca e da altri artisti della sua cerchia per le nozze del granduca Ferdinando I. Cominciamo guardando la statua raffigurante San Podio, diciassettesimo vescovo di Firenze, vissuto intorno all’anno Mille e amico del marchese Ugo di Toscana, i cui resti sono conservati in un’urna vicina a quella di San Zanobi, in Cattedrale. Nella medesima sala, accanto a lui troviamo raffigurato un suo coetaneo, San Giovanni Gualberto, proveniente dalla nobile famiglia fiorentina dei Visdomini, fondatore dell’ordine vallombrosiano e importante riformatore del clero fiorentino. Di fianco troneggia San Miniato, re armeno, vissuto e martirizzato a Firenze alla fine del III secolo e primo evangelizzatore della Florentia romana. La splendida basilica benedettina, sorta sul luogo della sua sepoltura nell’altura a sud della città che porta il suo nome, fu costruita nel tempo e nelle forme del Battistero di Firenze, probabilmente da un medesimo gruppo di artisti, sotto l’egida dell’Arte dei mercanti di seta, detta “di Calimala”. Il Battistero e la basilica di San Miniato, con i loro rivestimenti in marmi bianchi e verdi, i loro mosaici e i loro pavimenti a intarsi orientaleggianti, sembrano guardarsi a distanza, uno del monte santo di Firenze e l’altro dal suo centro civile e religioso. Un bellissimo busto di San Miniato fa bella msotra di sé in un medaglione a rilievo nella facciata ottocentesca della Cattedrale. Proseguendo l’identificazione delle statue della tribuna morta riconosciamo poi quella di Sant’Andrea Corsini, vissuto nella prima metà del Trecento, membro di una delle più importanti famiglie fiorentine, e vescovo di Fiesole. Perché un rappresentante della diocesi di Fiesole è nella Cattedrale di Firenze? Secondo la leggenda Sant’Andrea apparve in aiuto delle truppe fiorentine sul campo della Battaglia di Anghiari (1440).
Chiude il gruppo Sant’Antonino Pierozzi, che fu vescovo di Firenze nella prima metà del Quattrocento, nel pieno fiorire dell’umanesimo e del Rinascimento. Amico di Cosimo il vecchio dei Medici e in contatto diretto con molti dei maggiori artisti del tempo, Sant’Antonino, che era domenicano riformato come il Beato angelico, fu un grande teologo, un riformatore dei costumi cittadini e un pastore molto attivo nelle opere di carità. La sua casa natale è a pochi passi dalla Cattedrale e il suo volto, tramandato per memoria della sua maschera funebre, lo riconosciamo anche altrove: nel Cinquecento il Poppi lo raffigurò benedicente nella splendida pala al primo pilastro di destra della Cattedrale, e tre secoli dopo Antonio Bortone lo immortalò nella nicchia sud della facciata, di nuovo benedicente.
E per concludere, un posto d’onore lo dobbiamo riservare a Santa Maria Maddalena, la figura evangelica che la tradizione ha identificato con la prostituta salvata da Cristo, a cui per prima apparve il Risorto e che la leggenda voleva avesse concluso i propri giorni eremita e penitente. La sua iconografia, di donna scavata e consumata dai digiuni e rivestita solo dei propri capelli, l’aveva resa nel corso del medioevo un pendant ideale al Battista, anche lui errante nel deserto in penitenza, rivestito solo di pelliccia di cammello. Per tale ragione la spettacolare Maddalena penitente, capolavoro tardo di Donatello in legno dipinto e altre materie, fino al secolo scorso alloggiava in una nicchia a parete nel Battistero dedicato a San Giovanni. Oggi, quest’opera senza tempo è conservata in una sala del Museo, dedicata a tutte le sante fiorentine, cui furono tributate opere di pittura o scultura, quali Santa Reparata e Santa Caterina d’Alessandria. In quest’ambiente troviamo Maddalena raffigurata anche in lunettone in terracotta invetriata attribuita al Buglioni e in un commovente busto del Bandini, che vede la santa fiera e malinconica, con gli occhi ancora arrossati dal pianto.