Opera Magazine
21/06/2021
Astronomia in Cattedrale
Nella Cattedrale di Firenze il solstizio d'estate dà vita ad uno spettacolo di luce che richiama ogni anno decine di spettatori.
Nella settimana del 21 giugno cade il solstizio d’estate, cioè il sole raggiunge a mezzogiorno la sua massima altezza nel cielo: un evento carico di fascino e di significato fin dall’antichità.
Nella Cattedrale di Firenze questa data astronomica coincide con uno spettacolo di luce che richiama ogni anno decine di spettatori.
Quando il sole raggiunge questa particolare posizione nel cielo i suoi raggi, passando dall’oculo della Cupola, attivano un meraviglioso strumento scientifico costruito nel Rinascimento: lo gnomone che, per la precisione, è il più grande del mondo.
Vediamo come funziona: un anello di bronzo (detto “bronzina”), posto alla base della lanterna a 90 metri di altezza, viene centrato esattamente dall’astro maggiore e ne proietta l’immagine sul pavimento della Tribuna nord con un raggio. La nitida immagine solare corre lungo una linea graduata per raggiungere un cerchio di marmo che ha la sua stessa esatta circonferenza. Quando il disco del sole e il disco di marmo si sovrappongono sappiamo che quello è il mezzogiorno astronomico o meglio, l’esatto mezzogiorno fiorentino (esso infatti cambia a seconda della latitudine e longitudine da cui lo si osserva). In pratica il Duomo ha una grande camera oscura di una macchina fotografica di cui la bronzina è l’obbiettivo e il pavimento la pellicola…non è stupefacente pensare che questo strumento sia stato costruito nel 1475, ben sei secoli fa? Il genio che lo progettò fu il fiorentino Paolo dal Pozzo Toscanelli: matematico, cartografo e astronomo. Paolo era anche amico di Filippo Brunelleschi, fu suo maestro di calcolo e probabilmente lo ha aiutato a progettare la complessa architettura “cosmica” della Cupola.
A cosa serviva esattamente lo gnomone? A calcolare con precisione l’anno astronomico, certo, ma anche qualcosa di più difficile: la distanza del sole dalla Terra… e stiamo parlando di un’epoca in cui ancora non esistevano i telescopi!
Ma non finisce qui l’avventura del nostro gnomone: trecento anni dopo la sua costruzione, nel 1754-57, un altro grande astronomo fiorentino, Leonardo Ximenes, lo restaurò perfezionandolo e lo utilizzò per dimostrare che l’inclinazione del nostro pianeta cambia nel tempo.
Cento anni dopo la bronzina fu smontata e lo gnomone smise di funzionare per circa un decennio. Per fortuna, tra il 1865 e il 1927 agli astronomi dell’Osservatorio Ximeniano di Firenze lo restaurarono e lo utilizzarono per fare nuove osservazioni, non astronomiche stavolta, ma sulla stabilità della Cupola.
Con il progresso scientifico del Novecento lo gnomone ha perso la sua funzione di strumento di misurazione e dal 1997, settecentenario dell’Opera di Santa Maria del Fiore, lo spettacolo del solstizio, un incanto per adulti e bambini, è diventato un’occasione di celebrazione storica dell’Opera e delle menti geniali che nel corso dei secoli le hanno dato gloria.