Opera Magazine
04/03/2019
Cosa rende speciale l'Orologio del Duomo di Firenze
Dalla posizione all'affresco di Paolo Uccello fino ad un meccanismo unico: perché l'Orologio liturgico di Santa Maria del Fiore è un capolavoro che devi conoscere.
“Fece Paolo, di colorito, la sfera dell’ore sopra la porta principale dentro la Chiesa, con quattro teste ne’ canti colorite in fresco.” (G. Vasari)
La citazione del Vasari si riferisce all’autore dell’affresco dell’Orologio liturgico della Cattedrale di Santa Maria del Fiore, dove quel Paolo sta per Paolo Uccello, uno degli artisti più affascinanti dell’intero Quattrocento fiorentino e a cui spesso si fa riferimento per identificare l’opera (conosciuta anche come “l’orologio di Paolo Uccello”). La decorazione dell’imponente quadrante posto in controfacciata per mano dell’artista fiorentino, però, fu soltanto uno dei passaggi memorabili all’interno di una storia più grande, fatta di studi specifici, modifiche ingegneristiche e raffinati interventi di restauro: quella dell’Orologio del Duomo. Una summa dell’ingegno e delle abilità fiorentine sviluppatesi nel Quattrocento e portate avanti fino ai giorni nostri.
Il meccanismo dell’orologio, unico al mondo per le sue peculiari caratteristiche, fu progettato nel 1443 da Angelo di Niccolò: sul suo funzionamento non si rinvengono fonti certe, ma si ipotizza che fosse mosso da un ingegnoso sistema di pesi e contrappesi, ipotesi corroborata anche dal ritrovamento di alcuni di questi all’interno di un vano nel Duomo. Nel corso del tempo l’orologio, al pari di grandi opere ingegneristiche e architettoniche, necessitò di vari interventi manutentivi e modifiche, come quelli avvenuti nel 1497 e nel 1546-47. Il più importante di questi avvenne forse nel 1761, quando l’orologiaio Giuseppe Borgiacchi modificò la macchina andando ad incidere anche sulle funzionalità originali dell’orologio, ripristinato poi nella sua versione originaria soltanto negli anni ‘70 del Novecento.
L’orologio è stato recentemente protagonista di un profondo lavoro di restauro che ha interessato il suo caratteristico meccanismo. Nel 2014, infatti, si è reso necessario un nuovo intervento di restauro affidato a due massimi esperti del settore, i professori Andrea Palmieri e Ugo Pancani del Centro Studi per il Restauro di Orologi dell'I.S.I.S Leonardo da Vinci di Firenze, che si è concluso ad ottobre 2014.
Il capolavoro fu restituito alle sue caratteristiche originali grazie a un intervento che ha portato alla luce il bellissimo quadrante e ripristinato l’antico funzionamento del meccanismo, con la lancetta che compie un giro di 24 ore a partire dal tramonto e con il movimento antiorario; questa è la caratteristica che rende l’orologio un oggetto unico al mondo: partendo dal momento dell’Ave Maria della sera, infatti, la lancetta gira in senso antiorario, calcolando le 24 ore secondo il modello dell’ora italica.
A Firenze l’Ora dell’Ave Maria è segnalata con il suono delle campane del Campanile di Giotto, che durante l’arco della giornata scandisce il tempo sei volte, tre la mattina e tre il pomeriggio, che variano durante l’anno: un’ora prima del tramonto, all’ora del tramonto, e un’ora dopo il tramonto, detta “or di notte”.
Questa straordinaria testimonianza di ingegno e arte è resa ancor più affascinante dalla posizione in cui fu collocato il suo cuore meccanico: all’interno della controfacciata della cattedrale ad oltre 15 metri d’altezza; nascosto in un’intercapedine tra le due facciate e raggiungibile salendo un’angusta scalinata, è oggi visibile in tutto il suo fascino, esaltato dal recente restauro, grazie a un tour dedicato che ti farà scoprire i segreti di una delle meraviglie più affascinanti e meno conosciute del complesso monumentale di Piazza del Duomo.