Opera Magazine
23/07/2018
An Englishman in Duomo: John Temple Leader
Una storia che inizia dalla facciata della Cattedrale, nascosta tra i suoi innumerevoli dettagli, e che racconta di un mecenate inglese che arricchì - culturalmente ed artisticamente - Firenze.
Ammirando la facciata del Duomo di Firenze sono moltissimi i particolari, a volte inusuali, che possono attrarre la nostra attenzione. Abbiamo già analizzato precedentemente alcuni di questi, come quello scolpito dal Cassioli sulla porta laterale della facciata - un autoritratto con tanto di serpente al collo, a testimonianza dei debiti e delle difficoltà che dovette affrontare durante i lavori -, ma ne esistono altri meno conosciuti, più nascosti, e ugualmente forieri di storie affascinanti che raccontano della Firenze dell’Ottocento.
Uno di questi è lo stemma della famiglia Temple Leader, inciso sulla colonna alla destra del portone centrale della facciata, con i nomi di Luisa e Giovanni. Quel Giovanni è in realtà, all’anagrafe, John Temple Leader: ricchissimo nobile inglese. Colto, raffinato, figlio di un industriale, con un passato in politica - fu eletto con l'ala riformista dei radicali alla House of Commons - e grande appassionato di viaggi, ammiratore della tradizione anglosassone del Grand Tour in Italia, John si trasferisce a Firenze attorno al 1845, dopo aver passato due anni a Cannes, e diventa una delle figure più importanti del periodo grazie alla sua cultura classica, medievale e umanistica, sviluppata negli studi a Cambridge ed Oxford.
Nel 1850, dopo aver sposato la nobile lucchese Maria Luisa de' Leoni, acquistò il Castello di Vincigliata, ormai ridotto a un cumulo di rovine, e i terreni circostanti, creando una sorta di “feudo” alle pendici di Fiesole e Settignano e, soprattutto, progettando un’ambiziosa ristrutturazione dell’intera zona attraverso un rimboschimento studiato insieme al paesaggista Giuseppe Fancelli e la chiusura delle cave di pietra di Maiano, dove, infine, acquistò anche l’omonima Villa. Insieme a questo edificio, Temple Leader aveva comprato e ristrutturato in stile il palazzo che tutt'oggi porta il suo nome, situato di fronte a Palazzo Pitti.
Continuando nella sua instancabile opera di acquisto e ristrutturazione di palazzi storici e acquisizione di opere d’arte destinate ai loro interni, il nobile inglese arrivò ad inserire nelle proprie stanze una notevole collezione d'arte, tra cui spiccavano opere di Canaletto e di Jacopo della Quercia, oggi disperse in vari musei. La sua attenzione e il suo amore per l’arte, soprattutto quella medievale e rinascimentale, furono il tratto distintivo del suo soggiorno a Firenze: un segno tangibile del suo mecenatismo, che ebbe ricadute positive in città.
Lo stemma Temple Leader sulla facciata del Duomo.
Tra le varie attività che lo videro spendersi in prima persona, infatti, vi è quella del finanziamento della facciata del Duomo di Firenze, che in quegli anni si avviava finalmente verso la conclusione dopo un lungo periodo caratterizzato da dubbi, indecisioni e polemiche.
John morì a Firenze l’1 marzo 1903, e tutti i suoi averi passarono al nipote, Lord Westbury, ad eccezione di una considerevole somma di 7.000 sterline - equivalenti a 180.000 lire, la cifra più alta tra i lasciti per atto di ultima volontà, anche più di Re Umberto I di Savoia - donata all’Opera di Santa Maria del Fiore per concludere i lavori delle porte bronzee della cattedrale, ultimo tassello del cantiere della facciata, che verranno inaugurate pochi mesi dopo alla presenza del Re d’Italia.
Lo stemma col suo nome, posto a pochi metri dal portale centrale del Duomo, testimonia la storia di un colto nobiluomo inglese che, rapito dalla bellezza della città, trovò in Firenze la sua patria ideale.