Opera Magazine
22/08/2016
L'Altare d'Argento o il Tesoro di San Giovanni
L'altare del Battistero richiese oltre cento anni di lavoro e impegnò i maggiori artisti di molte generazioni. Oggi risplende dopo il restauro ed è esposto nel Museo dell'Opera del Duomo.
Negli anni sessanta del Trecento l'Arte di Calimala, la corporazione a cui era affidata la tutela del Battistero di San Giovanni, decise di sostituire il dossale d'argento duecentesco dell'altare maggiore del monumento con uno nuovo e più sontuoso.
Commissionato nel 1366, l'incarico doveva essere assegnato al vincitore di un concorso ma poi i rilievi furono ripartiti fra i partecipanti. Nella realizzazione di tale impresa si sono succeduti i maggiori maestri orafi e scultori di diverse generazioni come Leonardo di ser Giovanni, Michele di Monte, Tommaso Ghiberti, Matteo di Giovanni, Bernardo Cennini, Antonio del Pollaiolo e Andrea del Verrocchio solo per citarne alcuni. L'altare richiese oltre 100 anni di lavoro, circa 200 kg d'argento e 1.050 placchette smaltate tanto da risultare una straordinaria sintesi delle principali tendenze dell'oreficeria e della scultura fiorentine dall'età gotica al Rinascimento.
Fino al Trecento l'opera rimase a decorare il lato anteriore dell'altare maggiore, poi fu spostato ad addobbare un altare mobile posto al centro del Battistero su cui due volte l'anno, il 13 gennaio (festa del Battesimo di Cristo) e il 24 giugno (festa di San Giovanni, patrono della città di Firenze), il Tesoro della chiesa veniva esposto ai fedeli. Nel 1441 fu realizzata l'edicola centrale per ospitare la figura del Battista, eseguito da Michelozzo di Bartolomeo, e nel 1477 si decise di trasformare il dossale in altare autonomo.
Nel corso dei secoli i ripetuti montaggi e rimaneggiamenti hanno alterato l'ordine dei rilievi e alcune parti sono state danneggiate o perdute. Il primo grande intervento di restauro, eseguito dall'Opificio delle Pietre Dure, è terminato nel 2012 dopo 6 anni di lavori in cui l'opera è stata smontata in oltre 1500 pezzi e sottoposta ad una minuziosa pulitura.
Oggi questo straordinario capolavoro di oreficeria è conservato nella Sala del Tesoro del Museo dell'Opera del Duomo in una teca che lo preserva sotto azoto in condizioni ideali di umidità e temperatura.
Foto di Dave Krugman per Opera di Santa Maria del Fiore