Opera Magazine

06/05/2025
L'Orologio dipinto da Paolo Uccello per la Cattedrale di Firenze
Un capolavoro di arte e geometria del 1443
Negli anni trenta del Quattrocento, si concludevano i lavori della cupola di Santa Maria del Fiore a Firenze, segnando un punto di svolta nell’architettura e nell’arte rinascimentale. Questo periodo vide l'inizio di una nuova fase di decorazione per la cattedrale, che, pur essendo di stile gotico, si arricchì di elementi rinascimentali. Tra i progetti realizzati in quegli anni, troviamo la Sacrestia delle Messe, il coro di Brunelleschi, le cantorie di Luca della Robbia e Donatello, e le vetrate per gli oculi del tamburo della cupola, commissionati ad alcuni dei più grandi artisti dell'epoca.
L'Opera del Duomo, che già da allora soprintendeva i lavori della cattedrale, commissionò anche opere civico-celebrative per le navate laterali, come i celebri ritratti equestri di due condottieri: Giovanni Acuto, dipinto da Paolo Uccello nel 1436, e Niccolò da Tolentino, raffigurato da Andrea del Castagno nel 1456. Ed è proprio in questo contesto che si inserisce la decorazione a fresco del quadrante del monumentale orologio in controfacciata, realizzata da Paolo Uccello.
L'orologio di Paolo Uccello non è solo un semplice strumento per misurare il tempo: è un'opera di straordinaria complessità geometrica. La composizione del quadrante dipinto, che vede una ruota (simbolo del tempo), inscritta in un quadrato e quattro cerchi minori negli angoli, risale alla tradizione classica euclidea, che continuava a influenzare l'arte medievale.
Molti studiosi ritengono che l'idea di realizzare l'orologio fosse dovuta a Filippo Brunelleschi, allora capomastro dell’Opera del Duomo e noto orologiaio. L'orologio fu collocato sulla facciata interna della cattedrale, tra il mosaico dell’ "Incoronazione della Vergine" e la vetrata del rosone con l'“Assunzione”. Al posto di un’altra apertura, si scelse di optare per la decorazione murale, di un’opera anche funzionale. Alcuni esperti suggeriscono che la geometria dell'orologio possa in qualche modo richiamare la forma di un “mancato” rosone, anche se quasi certamente l'artista dovette ispirarsi all’altra ruota, quella dello zodiaco duecentesco nel pavimento del battistero, che presenta un disegno quasi identico.
Il concetto di "tempo" è un tema ricorrente in tutta la decorazione della cattedrale. La scelta di un orologio meccanico in questo contesto non è casuale: all'epoca, gli orologi solari, che usavano la posizione delle ombre per segnare il tempo, erano ancora diffusi. L'orologio della cattedrale, in effetti, sembra derivare da questa tradizione, con il suo movimento antiorario. Inoltre non c’era all’epoca una regola che standardizzasse la posizione delle ore all’interno delle sfere o dei quadranti.
Inoltre, la presenza dell’orologio, oltre a rispondere ad un'esigenza pratica, riveste un potente significato simbolico. Posto in asse con la navata centrale e, più oltre, con il Battistero, esso enfatizza il percorso ideale che collega l’ottagono del Battistero a quello del presbiterio della Cattedrale, scandito dalle ruote nei tappeti pavimentali. Si tratta di un cammino simbolico, sottolineato anche dalle processioni liturgiche, che richiama lo scorrere del tempo umano verso l’eternità.
La lancetta, invece, risale al restauro del secolo scorso: si intuiva dai documenti d’archivio che quella originale era a forma di stella cometa, e si riprese allora quella disegnata dallo stesso Paolo Uccello nella vetrata della Natività nel tamburo della cupola.
La presenza delle quattro teste nell'orologio ha suscitato molte discussioni. La forza espressiva di queste figure è influenzata dai modelli eroici e dai ritratti virili di Donatello. Le modanature che le circondano, inoltre, ricordano le Porte del Battistero di Ghiberti, che fu il maestro di Paolo Uccello, che lo presentò all’Opera del Duomo. A lungo sono state interpretate come profeti, una soluzione che ha una certa logica se consideriamo anche il Campanile adiacente, decorato con sculture di profeti e sibille. Altri studiosi suggeriscono che le quattro teste rappresentino gli evangelisti, nei cui volti alcuni riconoscono persino i rispettivi attributi iconografici, disposti attorno alla stella della Natività, essi simboleggerebbero le testimonianze scritte dell’incontro tra l’eternità di Dio Padre e il tempo umano, finito, compreso tra la nascita di Cristo e il suo ritorno nel Giorno del Giudizio.
L'orologio di Paolo Uccello non è solo un esempio di straordinaria abilità tecnica e artistica, ma anche una testimonianza del complesso programma iconologico della cattedrale. Ogni elemento, dalla geometria alla scelta dei significati simbolici delle figure, riflette l'innovazione rinascimentale fondata sul profondo legame tra la tradizione classica e la spiritualità cristiana, e rende questo capolavoro un punto di riferimento imprescindibile nella storia dell'arte.