Opera Magazine

01/04/2025
Dal tesoro dell’imperatore al tesoro di Firenze
L’incredibile storia della donazione fatta nel 1394 da Nicoletta Grioni al Battistero di Firenze
Conoscete lo straordinario tesoro del Battistero di Firenze? Oggi in gran parte conservato ed esposto nel Museo dell'Opera del Duomo, il tesoro del Battistero è un insieme unico di arte e devozione, in cui si intrecciano storie ed eventi lontani nel tempo e nello spazio. Comprende una straordinaria collezione di reliquie, reliquiari e altri manufatti e opere d’arte, molti dei quali provenienti dall’antico Impero Romano d’Oriente, con capitale Costantinopoli.
Uno dei nuclei più importanti del tesoro è costituito dalla donazione fatta alla fine del Trecento dalla nobildonna veneziana Nicoletta Grioni. Tra le numerose reliquie da lei donate spiccano la mascella di san Giovanni Battista, patrono di Firenze—oggi custodita nel reliquiario cinquecentesco del Cerluzi nella Cappella delle Reliquie del Museo—e le reliquie di alcuni santi greci, conservate nel reliquiario detto di san Filippo e in quello di san Simeone Stilita, entrambi esposti nella stessa sala. Nel 2021, proprio nel reliquiario di san Simeone Stilita, è stata ritrovata un’altra reliquia appartenente alla donazione Grioni: l’osso del collo del Battista, ora collocato in un reliquiario a sé e conservato in Cattedrale.
Ma il tesoro imperiale comprendeva anche una tavola con l’effigie di san Giovanni, oggi perduta, e uno splendido e raro dittico in micromosaico: due tavolette realizzate da maestranze bizantine nel XIV secolo, oggi ammirabili nella Sala delle Cantorie del Museo. Su una base di cera, minuscole tessere musive raffigurano dodici episodi della vita di Cristo, corrispondenti alle principali festività del calendario liturgico cristiano, ciascuna indicata con la sua denominazione in greco.
Come giunsero questi tesori nelle mani della nobildonna? E perché furono donati a Firenze? La storia è complessa e affascinante. Queste opere appartenevano infatti al tesoro personale dell’imperatore d’Oriente Giovanni VI Cantacuzeno (1292-1383). Dopo appena un anno di regno, nel 1354, Cantacuzeno abdicò per ritirarsi nel monastero di San Giorgio dei Mangani, prendendo il nome monastico di Josef. Fu allora che, per necessità, vendette parte del suo tesoro. Secondo le fonti, le preziose reliquie furono messe all’asta a Venezia, dove vennero acquistate da Pietro di Giunta Torrigiani, un mercante toscano e marito di Nicoletta Grioni. Pietro ne vendette poi una parte all’Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena—dove sono tutt’oggi conservate ed esposte—in cambio di un vitalizio. Tra queste, reliquie di santi, un chiodo della croce, il velo, la cuffietta e la cintura della Vergine Maria
Alla morte del marito, nel 1394, Nicoletta donò il resto del tesoro ai consoli dell’Arte dei Mercanti di Calimala di Firenze, responsabili del Battistero, ricevendo in cambio un vitalizio annuo di quarantotto ducati (equivalenti a cinquantuno fiorini). Al momento della donazione, le reliquie erano adornate con lamine votive incise con i nomi dei santi o le loro effigi, ancora visibili attraverso i cristalli dei reliquiari, e custodite in una cassa di bronzo, che sarà rivenduta nel 1503.
Nicoletta Grioni morì nel 1409, ma seicento anni dopo il suo straordinario tesoro continua a risplendere nel nostro complesso monumentale.