Opera Magazine
25/03/2019
Il 25 Marzo a Firenze: storia e curiosità del Capodanno fiorentino
Il 25 marzo è una data speciale nella storia di Firenze: si festeggia il Capodanno fiorentino. Cosa devi sapere su questa antica festività.
Sotto la Loggia dei Lanzi esiste una targa, da pochi conosciuta, che commemora un evento davvero significativo per la vita civile degli abitanti di quello che al tempo era ancora il Granducato di Toscana; essa ricorda come il 22 dicembre 1749 il granduca Francesco III di Lorena avesse imposto il mutamento del calendario spostando il principio dell’anno solare al primo gennaio, qual è tuttora e com’era nel XVIII secolo già in uso in molti altri stati italiani e stranieri da almeno due secoli: fin dalla notte dei tempi e fino a quel momento, infatti, la Toscana aveva mantenuto come giorno di discrimine da un anno al successivo il 25 marzo.
Questo calcolo di calendario è ben noto agli studiosi del Medioevo e dell’Età moderna, che devono sempre tenerne conto nei loro studi sui documenti antichi, ed esso è tutt’oggi noto come “stile ab Incarnatione”. Il termine è riferito alla scelta non casuale di questa data: il 25 marzo è infatti la festa dell’Annunciazione, ossia dell’Incarnazione di Gesù – che fu stabilita opportunamente contando nove mesi dal Natale – e che per la fede cristiana corrisponde al passaggio all’età della Salvezza; da ciò si comprende facilmente perché ad essa si volesse far corrispondere l’aprirsi di un nuovo anno.
La targa commemorativa sotto la Loggia dei Lanzi.
Questa festività religiosa, inoltre, con i significati detti, corrispondeva a sua volta, benché in modo impreciso, all’equinozio di primavera, ovvero il momento astronomico a partire dal quale le giornate tornano ad allungarsi; ed è quindi facile dedurre come i primi cristiani avessero voluto far coincidere il concepimento del Salvatore a questo giorno in cui si osservava negli astri la “vittoria della luce sulle tenebre”. Ma l’origine di questo calendario era ben più antica, se già i romani, fin dalla fondazione dell’Urbe, avevano posto il principio dell’anno solare a marzo (prima il 15 e poi il primo), il che spiega a noi moderni perché il nome dei mesi rimandi ancora per etimologia a un loro conteggio a partire da quello che per noi è ora il terzo (ad es. “ottobre”: “ottavo mese”; “novembre”: “nono”; e via dicendo...).
Con minime variazioni questo sistema era in uso in tutta Europa fino a tutto il Medioevo col nome di Calendario Giuliano - dal nome di Giulio Cesare, che era stato l’ultimo a ricalcolarlo; almeno fino al 4 ottobre 1582 quando, di nuovo a Roma, stavolta un papa, Gregorio XIII, con la bolla Inter gravissimas, riformò nuovamente la partizione dell’anno solare, correggendo le imperfezioni di calcolo del precedente calendario e fissando il primo gennaio come suo inizio: nacque così il calendario moderno, che prende appunto il nome di “gregoriano”.
Colpisce però la tenacia con cui la Toscana non aderì a tale riforma, benché fosse da sempre uno degli Stati più disposti a ricevere i dettami della Chiesa e nonostante l’astronomo che ne elaborò la modifica per il pontefice, Ignazio Danti, avesse avviato i suoi studi astronomici proprio a Firenze, in Santa Maria Novella.
Ritratto di Ignazio Danti, di Bartolomeo Passarotti.
Possiamo credere che le ragioni di una tale resistenza dovessero essere di natura non solo politica, ma anche culturale, religiosa e civile: “Fiorenza”, la città dei fiori, non poteva che porre l’inizio dell’anno in coincidenza con l’avvento della primavera e, soprattutto, con la celebrazione dell’Annunciazione, che è festa mariana.
Firenze è infatti per eccellenza la città devota alla Madonna, e a lei sono intitolati i templi maggiori, dalla SS. Annunziata, dove il capodanno era celebrato con grandi feste al cospetto dell’affresco miracoloso, ma anche in Cattedrale, il cui titolo stesso “Santa Maria del Fiore” sembra alludere alla rinascita della natura in primavera e alla “rinascita” dell’Umanità nel giorno dell’Incarnazione.
Una storia nella Storia, che proprio oggi, 25 marzo, è rievocata e festeggiata nel centro di Firenze rinnovando così una tradizione secolare.