Orafi vari, Reliquiario di San Filippo
- Autori
- Antonio di Pietro del Vagliente - Michelozzo - Manifattura fiorentina - Matteo di Lorenzo - Manifattura bizantina - Bernardo Holzmann
- Data
- 1425
- Collocazione
- Cappella delle reliquie
- Collocazione originaria
- Battistero di San Giovanni, tesoro
- Materia
- Argento, oro, vetro
- Tecnica
- Doratura, sbalzo, incisione, cesellatura, fusione
- Dimensioni
- Altezza: 77,5 cm; Larghezza: 29,5 cm; Lunghezza: 29,5 cm;
- Schede di catalogo
- Reliquiario del braccio di san Filippo
Il reliquiario contiene la reliquia del braccio di San Filippo Apostolo e di altri santi e nella forma in cui ci è pervenuto è il risultato del lavoro di più mani, avvenuto in tempi diversi. L’oggetto è costituito da due elementi sovrapposti appartenenti a due epoche diverse: la base esagonale e il cilindro superiore. La cassetta esagonale è ordinata su due piani e reca un'iscrizione nella cornice inferiore. I sei lati della parte inferiore dell'urna mostrano ciascuno attraverso un cristallo una reliquia individuata da una placchetta figurata. Anche nel piano superiore della base, con profilo sagomato, si dispongono sei vetrine di cristallo, oggi vuote. Al di sopra si trova il reliquiario con il braccio di San Filippo costituito da un cilindro ingabbiato tra sei semi-colonnine con contrafforti ad arco su cui stanno statuette. Sulla sommità c’è una cupoletta chiusa da sei costoloni con gattoni e draghi e culminanti in una base su cui è fissata una statuetta raffigurante san Filippo, attribuita a Michelozzo. La reliquia all’interno è chiusa in una montatura d’argento recante un’iscrizione. Sul davanti dell’osso si trova una placchetta con incisa l’immagine del santo, di manifattura bizantina del XII secolo. Il braccio di san Filippo fu donato al Battistero dal Monaco de Corbizzi, patriarca di Gerusalemme e già chierico di San Giovanni, e nel 1422-1425 Antonio del Vagliente realizzò quella che è la parte superiore dell’attuale reliquiario. La parte inferiore contiene invece reliquie che sono probabilmente tra quelle donate nel 1394 dalla nobildonna Nicoletta Grioni al Battistero e gli studiosi propongono che la cassetta esagonale sia opera della fine del Trecento di Matteo di Lorenzo.