Jacopo di Cione (attr.), San Zanobi con devota e Annunciazione
- Autore
- Jacopo di Cione (Orcagna) (attribuito a)
- Data
- 1383-1398
- Collocazione
- Sala della Maddalena
- Collocazione originaria
- Cattedrale (Compagnia di San Zanobi?)
- Materia
- Legno, pigmenti a tempera, oro
- Tecnica
- Pittura, doratura
- Dimensioni
- Altezza: 162 cm; Larghezza: 77 cm; Spessore: 6 cm;
- Schede di catalogo
- Pala di San Zanobi
Attribuita a Jacopo di Cione e databile alla fine del XIV secolo, questa preziosa pala raffigura, nella tavola centrale, san Zanobi con il ritratto di una donatrice in preghiera, e, nella cuspide superiore, l’Annunciazione dell’Angelo a Maria, articolata ai lati del vertice.
La provenienza del dipinto è ignota, ma il soggetto iconografico suggerisce che possa provenire dall’antica cappella della Cattedrale dedicata a san Zanobi, oppure dalla sede dell’omonima confraternita, un tempo ospitata nella Canonica di Santa Reparata.
San Zanobi è rappresentato stante su un palco verde e su fondo oro, in posizione frontale, ieratico nello sguardo e negli atteggiamenti, vestito con abiti vescovili: indossa un piviale rosso con ricami dorati, la mitria e i guanti liturgici; nella mano destra impugna il pastorale, mentre con la sinistra tiene un Vangelo dalla rilegatura preziosa. Ai suoi piedi, alla sinistra dell’osservatore, è raffigurata in scala ridotta la devota committente, ritratta di profilo, in preghiera e avvolta interamente in un mantello scuro, che segnala il suo stato vedovile.
Nella cuspide, ai lati del vertice, è rappresentato il momento dell’Incarnazione: a sinistra l’arcangelo Gabriele, con in mano i gigli simbolo della purezza della Vergine; a destra siede Maria, che ha davanti un libro aperto su cui si legge "Ecce ancilla Domini!" ("Ecco la serva del Signore"): sono le sue parole, riportate nel Vangelo di Luca (1, 38), con cui rispose all’angelo accettando l’Incarnazione. Dall’alto, lo Spirito Santo già discende su di lei in forma di colomba.
Zanobi, primo vescovo di Firenze e patrono della Chiesa fiorentina, vissuto tra IV e V secolo, è qui rappresentato nel ruolo di intercessore, come suggerisce la sua posizione centrale tra la devota orante e la scena dell’Annunciazione. Egli appare dunque come mediatore delle preghiere della donna verso la Vergine, e da questa, attraverso Cristo, verso Dio, la cui mano si intravede in alto, nell’atto di inviare lo Spirito.