Artisti vari, Altare d’argento del Battistero

Autori
Antonio di Salvi - Betto di Geri - Leonardo di ser Giovanni - Tommaso di Lorenzo Ghiberti - Matteo di Giovanni - Cennini, Bernardo - Michelozzo - Antonio Pollaiolo (Antonio Benci) - Verrocchio, Andrea di Francesco detto il - Francesco di Giovanni
Data
1366-1483
Collocazione
Sala del Tesoro
Collocazione originaria
Battistero di San Giovanni, tesoro
Materia
Argento, smalti, oro, legno
Tecnica
Fusione, laminazione, cesello, sbalzo, incisione, doratura, smaltatura
Dimensioni
Altezza: 115,7 cm; Larghezza: 268,4 cm; Profondità: 71,3 cm;

L’ “Altare d’argento”, in realtà un antependium, è uno dei più importanti capolavori dell’oreficeria toscana. Esso proviene dal tesoro del Battistero, è in argento intorno ad un’anima lignea e smalti traslucidi, e fu realizzato tra il 1366 ed il 1483 da alcuni dei maggiori orafi e artisti toscani del Trecento e del Quattrocento, tra cui Leonardo di Ser Giovanni, Michelozzo, Bernardo Cennini, Antonio del Pollaiolo e il Verrocchio. Si tratta di una struttura mobile che veniva collocata in Battistero (all’altare nel Trecento e sul fonte battesimale, dal Quattrocento poi),  in occasione delle feste di San Giovanni Battista (il 24 giugno) e del Battesimo di Cristo (il 13 di gennaio). Sull’Altare venivano esposti i più preziosi oggetti sacri del tesoro del Battistero, quali calici, reliquiari, candelabri e paramenti liturgici e, dal XV secolo, al di sopra veniva montata la grande croce realizzata da Pollaiolo. L’inizio della lavorazione, commissionata dalla Corporazione di Calimala, è testimoniata dall’iscrizione sul basamento che riporta la data 1366. La struttura dell’antependio è ordinata da sei pilastri, entro cui trovano poste figure di profeti e sibille, e da dodici rilievi, raffiguranti altrettanti episodi della vita di san Giovanni Battista, dalla nascita, alla predicazione, all’incontro con Cristo, fino all’incarcerazione e alla  morte. Nella grande nicchia centrale trova posto una preziosa statua di Michelozzo raffigurante il santo secondo la tradizionale iconografia di asceta penitente nel deserto: emaciato, con barba e capelli incolti e con indosso la veste di peli di cammello tenuta da una cintura di pelle. San Giovanni tiene in mano la croce, per ricordare il ruolo di precursore del Salvatore, mentre con la mano destra indica il Cristo, la cui figura un tempo campeggiava al di sopra nei mosaici della volta del Battistero.

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