Girolamo Ticciati, Epigrafi e Aquile di Calimala
- Autore
- Girolamo Ticciati
- Data
- 1734-1741 ca.
- Collocazione
- Cortile del Ticciati
- Collocazione specifica
- Parete di fondo
- Collocazione originaria
- Battistero di San Giovanni, Altari della Maddalena e del Crocifisso
- Materia
- Marmo bianco
- Tecnica
- Scultura
Questo insieme di tre epigrafi e altrettante coppie di aquile ad ali ripiegate col torsello (simbolo dell’Arte dei Mercanti di Calimala) proviene da due altari del Battistero, eretti negli anni Trenta del XVIII secolo su disegno di Girolamo Ticciati e smantellati intorno al 1912. Il primo di questi altari era intitolato al Crocifisso, e nella nicchia soprastante era conservato il Cristo in croce trecentesco attribuito a Giovanni di Balduccio, oggi nel Museo, mentre sulla mensa dell’altare si trovava la Madonna col Bambino di Girolamo Ticciati, attualmente in Cattedrale. L’altro altare era dedicato alla Maddalena e, al di sopra, vi era la raffigurazione di questa santa penitente, capolavoro di Donatello, anch’esso conservato nel Museo. Ciascun altare presentava un’epigrafe sotto la mensa, compresa tra le aquile, e un’altra nel timpano. Nell’attuale allestimento, tuttavia, l’epigrafe inferiore dell’altare della Maddalena è collocata nell’omonima sala del Museo. Sul timpano di quest’altare campeggiava la cartella con l’iscrizione "DILEXIT MULTUM": tratta dal Vangelo di Luca (7,47) in cui Cristo dice che alla Maddalena i peccati sono perdonati "poiché ha molto amato". Un concetto particolarmente significativo nel Battistero, luogo in cui, attraverso il sacramento del Battesimo, si lava il peccato originale. Dal timpano dell’altare del Crocifisso proviene invece l’epigrafe "IN MORTE IPSIUS BAPTIZATI SUMUS" (Romani 6,3): " O non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte?". Anche in questo caso il passo crea un forte legame concettuale tra il Crocifisso sottostante e il sacramento del Battesimo, qui amministrato. L’epigrafe inferiore, più grande, commemorava infine l’assegnazione a questo altare del suffragio perpetuo per i peccati, concesso dal Pontefice.