Girolamo Ticciati, Epigrafi dal Battistero
- Autore
- Girolamo Ticciati
- Data
- 1732-1742
- Collocazione
- Cortile del Ticciati
- Collocazione specifica
- Parete di fondo
- Collocazione originaria
- Battistero, altare della Maddalena e altare del Crocifisso
- Materia
- marmo bianco
- Tecnica
- scultura, incisoione
- Dimensioni
- Altezza: 81 cm; 90 cm; Larghezza: 53 cm; 76 cm;
- Schede di catalogo
- Altare della Maddalena (già in Battistero)
Le quattro epigrafi poste sulla parete di fondo, in marmo bianco con cornici mistilinee a cartocci, provengono dagli antichi altari laterali barocchi del Battistero. Tra il 1732 e il 1742 Girolamo Ticciati aveva ammodernato l’altare maggiore di San Giovanni e, successivamente, aveva creato due altari minori, intitolati rispettivamente uno alla Maddalena, nel lato sud-est e l’altro al Santissimo Crocifisso, sul lato opposto, nord orientale. I due altari erano gemelli ed entro nicchie conservavano, il primo, la Maddalena di Donatello e l’altro il crocifisso ligneo attribuito al Cosci (oggi posti uno di fronte all’altro nella sala della Maddalena). Le cornici delle nicchie erano in marmi policromi, ed erano coronate da timpani; subito sotto si inserivano le mense. Le epigrafi erano così ordinate: le più piccole erano collocate nei timpani, mentre le maggiori sotto la mensa tra coppie di aquile di Calimala. L’epigrafe dell’altare della Maddalena recita “DILEXIT MULTUM” “ha molto amato”, citazione di un passo del Vangelo di Luca (7, 47), riferito a questo personaggio evangelico cui è intitolato l’altare, dove si dice le furono perdonati i peccati perché aveva molto amato. Un concetto che richiamava anche la funzione purificatrice del Battesimo, alla cui amministrazione questo tempio è destinato. L’epigrafe inferiore (oggi nella sala della Maddalena) commemorava invece la creazione dell’altare nel 1735: "Per voto pubblico, la statua di Santa Maria Maddalena, pregevole opera di Donatello, è stata restituita al suo luogo originario e riposizionata con eleganza, nell'anno 1735." L’epigrafe dal timpano dell'altare del Crocifisso recita invece “IN MORTE IPSIUS BAPTIZATI SUMUS” “siamo stati battezzati nella sua morte”: un passo evangelico dalla Lettera ai Romani di San Paolo (6,3) dove la crocifissione di Cristo (cui è intitolato l’altare) e associata al battesimo, amministrato in questo luogo. L’epigrafe sotto la mensa invece ricordava il privilegio concesso a questo altare da papa Clemente XII nel 1740 di suffragio universale per 5 anni a chi vi celebrasse la messa dei defunti.