Agnolo Gaddi, Vetrata con i santi Zanobi, Reparata, Eugenio e altri
- Autori
- Agnolo Gaddi - Leonardo di Simone
- Data
- 1394-1395
- Collocazione
- Cattedrale di Santa Maria del Fiore
- Collocazione specifica
- Interno, navata destra, terza campata, bifora
- Materia
- Vetro, piombo, pigmenti
- Tecnica
- Piombatura, pittura
- Dimensioni
- Altezza: 1000 cm; Larghezza: 250 cm ca.;
- Materia
- Vetro, piombo, pigmenti
Vetrata realizzata nel 1394-1395 (sebbene la prima commissione risalisse al 1388) da Leonardo di Simone, maestro vetraio e monaco vallombrosano, su cartone di Agnolo Gaddi, uno dei più importanti pittori del tempo. La vetrata è parte di un gruppo di quattro, simili per forma e iconografia, che ornano le bifore della terza e della quarta campata, delle navate meridionale e settentrionale. Queste vetrate sono di forma allungata e ogivale, sono spartite orizzontalmente lungo la mezzeria, e ordinate in tre registri orizzontali, per un totale di sei scomparti, all’interno dei quali sono raffigurati altrettanti santi, posti eretti entro edicole a tabernacolo/tempietto. Pur nelle differenze stilistiche dei maestri vetrai che poi le misero in opera, si ammira in questo gruppo di opere il genio di Agnolo Gaddi sia nel disegno “accuratissimo e fine” che nell’uso, per la prima volta in vetrate italiane, dei complessi baldacchini (già presenti nelle vetrate nordiche e mutuati dalle coeve pitture nostrane ad affresco).
Nella presente vetrata sono raffigurati, entro una doppia bordatura con nastri dorati e fiori, e identificati da iscrizioni in targhe dorate alla base, dall’alto verso il basso: san Zanobi, primo vescovo di Firenze e suo santo protettore, in abiti vescovili, anziano a barbuto, con un fermaglio ornato dal giglio fiorentino. Accanto a lui santa Reparata, giovane e con i capelli raccolti: anche lei tiene lo stemma di Firenze su uno scettro, perché secondo la leggenda, invocata da Zanobi, nel 406 accorse in aiuto di Firenze, assediata dalle orde barbare di Radagaiso, contribuendo miracolosamente alla vittoria contro di loro dell’esercito romano di Stilicone. Al di sotto ci sono le figure gemellari dei diaconi di Zanobi, Eugenio e Crescenzio, co-protettori della Diocesi di Firenze, giovani, con tonsura e libro, in dalmatica rossa e piviale verde. Nel registro inferiore si trova, a destra, un santo non identificato, con tonsura e abito francescano (?), piviale e croce astile. Nell’ultimo scomparto si riconosce santa Caterina d’Alessandria, giovane e bella e di aspetto nobile come il suo lignaggio, con la palma del martirio e il libro che allude alla sua sapienza e cultura.