Agnolo Gaddi, Vetrata con i santi Giovanni, Ludovico, Anna e altri
- Autori
- Agnolo Gaddi - Antonio da Pisa
- Data
- 1395
- Collocazione
- Cattedrale di Santa Maria del Fiore
- Collocazione specifica
- Interno, navata sinistra, quarta campata, bifora
- Materia
- Vetro, piombo, pigmenti
- Tecnica
- Piombatura, pittura
- Dimensioni
- Altezza: 900 cm; Larghezza: 190 cm;
Vetrata realizzata nel 1395 (sebbene la prima commissione risalisse al 1388) da Antonio da Pisa, maestro vetraio, su cartone di Agnolo Gaddi, uno dei più importanti pittori del tempo. La vetrata è parte di un gruppo di quattro, simili per forma e iconografia, che ornano le bifore della terza e della quarta campata, nelle navate meridionale e settentrionale. Queste vetrate sono di forma allungata e ogivale, sono spartite orizzontalmente lungo la mezzeria, e ordinate in tre registri orizzontali, per un totale di sei scomparti, all’interno dei quali sono raffigurati altrettanti santi, posti eretti entro edicole a tabernacolo/tempietto. Pur nella differenza dei maestri vetrai che poi le misero in opera, si ammira il genio di Agnolo Gaddi sia nel disegno “accuratissimo e fine” che nell’uso, per la prima volta in vetrate italiane, dei complessi baldacchini, già presenti nelle vetrate nordiche e mutuati dalle coeve pitture nostrane ad affresco. A ciò si unisce la maestria di Antonio da Pisa che, meglio dei vetrai autori delle altre vetrate della serie, ha saputo disporre le linee dei piombi a seguire docilmente il ductus del disegno e ha padroneggiato una scelta cromatica vasta ed accurata, ravvisabile nell’uso (un caso unico nella serie) dei rosati e dei viola-porpora.
All’interno di due bordure - l’esterna ornata con i gigli di Francia e l’interna con motivi floreali - si riconoscono (dall’alto verso il basso e da sinistra a destra): san Ludovico di Tolosa, giovane, con il pastorale, i guanti e la mitria vescovili, il mantello regale con i gigli di Francia e l’abito francescano; san Giovanni evangelista, barbato e anziano, che mostra con la mano sinistra il libro aperto sull’incipit del proprio Vangelo e nella destra tiene una penna. Nel registro inferiore, in abito viola si riconosce sant’Anna, con in mano il modellino della Città di Firenze di cui è protettrice (nel suo giorno, il 26 giugno 1343, fu cacciato il Duca d’Atene). Al suo fianco c’è un santo non meglio identificato, con la tonsura, la barba canuta, il piviale e il pastorale, un libro in una mano e l’abito monastico bianco. Nel registro inferiore sono raffigurate, a sinistra, una santa martire, con la palma nella mano destra, con capelli biondi raccolti, la veste rossa e il mantello verde e una sorta di scapolare bianco sulle spalle. La sua compagna a destra potrebbe essere Maria Maddalena, con i capelli sciolti e il vaso degli olii profumati, oppure Santa Barbara, con il modellino della torre della sua prigionia e la palma del martirio.