Andrea del Castagno, Monumento equestre di Niccolò da Tolentino
- Autore
- Andrea del Castagno
- Data
- 1456
- Collocazione
- Cattedrale di Santa Maria del Fiore
- Collocazione specifica
- Interno, navata sinistra, seconda campata, a parete, a destra
- Materia
- Intonaco, pigmenti, tela
- Tecnica
- Pittura ad affresco (trasportata su tela)
- Dimensioni
- Altezza: 833 cm; Larghezza: 522 cm;
- Schede di catalogo
- Dipinto Monumento equestre a Niccolò Mauruzi, detto "Niccolò da Tolentino"
Questo gigantesco affresco raffigura il monumento equestre al capitano di ventura Niccolò Mauruzi, detto “da Tolentino” (Tolentino, 1350 circa – Borgo Val di Taro, 20 marzo 1435) e fu dipinto da Andrea del Castagno nel 1456 a pendant dell’adiacente monumento dipinto da Paolo Uccello al capitano John Hawkwood.
Il Mauruzi era stato assoldato dalla Repubblica di Firenze per guidare l’esercito e l’aveva condotto alla vittoria contro i senesi nella celebre battaglia di San Romano del 1432. Il condottiero era poi morto nel 1435 e il suo corpo era stato trasportato e inumato con grandi onori nella Cattedrale di Santa Maria del Fiore. Vent’anni dopo gli fu tributato questo monumento pubblico. L’area delle navate della Cattedrale acquisì così in questi anni il significato di uno spazio civile dove trovava posto il pantheon di chi aveva difeso e dato gloria alla patria.
Andrea del Castagno riprese l’invenzione e le dimensioni dell’adiacente monumento di Paolo, apportando alcune variazioni.
Il dipinto imita un monumento di marmo posto a parete, parzialmente dipinto e dorato. Un sarcofago con coperchio embricato reca una targa con l’epigrafe, è cinto da statuette reggi stemma e poggia su un basamento retto da mensole e da una valva di conchiglia. Al di sopra è fissato il ritratto equestre del condottiero, scorciato dal sotto in su: il cavallo incede in marcia di trionfo e il capitano che lo monta, in armatura ma con un grande cappello in luogo dell'elmo, tiene ben visibile il bastone del comando. Il cremisi e l’oro delle parti policrome e le ricche bardature del cavallo ricordano i doni e la festa con cui la Repubblica l’aveva celebrato il 24 giugno 1433. La cornice a grottesche è un’aggiunta posteriore di Lorenzo di Credi (1524). Nel 1842 il dipinto è stato staccato da parete e trasferito su tela di canapa. È stato restaurato in epoca moderna tre volte: nel 1954, nel 2000 e nel 2022.