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Sarcofago di Aldobrandino Ottoboni?

Informazioni
Autore
Scripta Maneant
Copyright
Opera di Santa Maria del Fiore
Autore
Maestranze fiorentine
Data
1300-1399
Collocazione
Cattedrale di Santa Maria del Fiore
Collocazione specifica
Controfacciata, a sinistra, tra portale centrale e portale sud
Collocazione originaria
Interno, navata sinistra, quarta campata
Materia
Marmo bianco, marmo verde di Prato
Tecnica
Scultura
Dimensioni
Altezza: 234 cm ca.; Larghezza: 258 cm ca.; Lunghezza: 60 cm ca.;

Questo sarcofago a cassa rettangolare, in marmo bianco, con basamento in verde di Prato, di maestranze fiorentine, stilisticamente riferibile al XIII secolo, è il sepolcro di un personaggio anonimo.

Il coperchio è a spioventi, la base poggia su mensole ed è individuato da tre archi trilobati. Nella fronte della cassa sono presenti tre stemmi: ai lati, due scudi con aquile affrontate e, al centro, una croce greca fiorita.

Il Borghini ricorda che nel Cinquecento la cassa fu aperta e al suo interno furono trovati pochi resti, mentre il Richa porta memoria di una ricognizione nel XVIII secolo: l’interno è diviso in tre spazi, contenenti, uno, alcune ossa; il centrale, un cranio, mente il terzo è vuoto.

Il Del Migliore nel Seicento tramandò due identificazioni del sepolcro. Secondo la prima esso sarebbe appartenuto a Corrado di Lorena, figlio dell’imperatore Arrigo IV e nipote di Corrado, Marchese di Toscana, morto a Firenze nel 1101. Secondo un’altra tradizione il sarcofago apparterrebbe invece ad Aldobrandino Ottobuoni (o Ottoboni), anziano della Repubblica fiorentina, membro della fazione guelfa, che il Villani tramandò esser stato sepolto nell’antica Santa Reparata nel 1258 e il cui corpo, durante le sommosse tra guelfi e ghibellini che seguirono la battaglia di Montaperti (1260), fu trascinato per vituperio per la città o gettato in Arno. Il sarcofago, con pochi resti all’interno, sarebbe stato quindi posto a parete nella nuova Cattedrale nel secolo successivo. Sul sarcofago non è presente alcuna iscrizione, ma gli stemmi laterali, con lo scudo entro cui campeggia l’aquila, coincide in effetti sia con quello della famiglia Ottobuoni e la croce al centro potrebbe essere quella del popolo di Firenze e quindi rimandare a un monumento “pubblico”. Nel XIV secolo il sarcofago fu posto a parete nella quarta campata della navata di sinistra sotto il tabernacolo con il cosiddetto "Poggio Bracciolini". In occasione del nuovo ordinamento della Cattedrale, operato dal Baccani nel 1842, il sarcofago fu collocato sopra la porta detta della Mandorla, simmetricamente dirimpetto a quello del vescovo D’Orso. L’architetto Castellucci lo pose infine nella collocazione attuale nel 1937.

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