Aristodemo Costoli, Monumento funebre di Arnolfo di Cambio
- Autore
- Aristodemo Costoli
- Data
- 1842-1844
- Collocazione
- Cattedrale di Santa Maria del Fiore
- Collocazione specifica
- Interno, navata sinistra, prima campata dall'ingresso, parete, a destra
- Materia
- Marmo bianco, pigmenti
- Tecnica
- Scultura, incisione, campitura
- Dimensioni
- Altezza: 240 cm ca.; Larghezza: 240 cm ca.;
Monumento funebre ad Arnolfo di Cambio (Colle di Val d'Elsa, Siena, tra il 1240 e il 1245 circa - Firenze tra il 1302 e il 1310) eseguito da Aristodemo Costoli nel 1842-1844, con epigrafe composta dal Grazzini.
Il monumento si ispira a quelli quattrocenteschi disposti a lato e sulla parete opposta, di Brunelleschi, Giotto e Squarcialupi, con il busto ritratto del defunto entro clipeo e sotto la targa con l’epigrafe; fu anzi appositamente concepito per proseguire la serie dei monumenti ai grandi capomastri dell’Opera, con cui si celebrava anche il primato culturale del genio fiorentino.
Arnolfo di Cambio fu capomastro dell’Opera di Santa Maria del Fiore dal 1296 fino alla morte e in questo arco di tempo progettò la pianta della nuova Cattedrale, ne eresse i primi livelli della facciata decorandola parzialmente e costruì il primo tratto delle pareti laterali. Le fonti ci dicono che Arnolfo fu sepolto nell’antica basilica di Santa Reparata, ma la sua tomba non è mai stata trovata. Solo nel 1843, in occasione del rinnovamento degli arredi della cattedrale voluto da Leopoldo II e curato dall’architetto Gaetano Baccani, si decise di realizzare un monumento funebre al grande architetto, anche sulla scia rinnovato interesse romantico per il medioevo in generale e, in particolare per Firenze, per lo splendore dei secoli XIII e XIV. Arnolfo è ritratto come un uomo di mezza età, con collo taurino e testa ricciuta. L’espressione corrisponde alla posa di attenta e impegnativa meditazione: sta studiando su una tavola davanti a sé la pianta secondo il suo progetto per la Cattedrale di Santa Maria del Fiore.
L’idea di raffigurarlo in bassorilievo, di profilo, intento nella sua opera è ripresa dal monumento funebre di Giotto di Benedetto da Maiano (1490).
I tratti fisionomici del volto furono probabilmente desunti dall’Arnolfo dipinto da Vasari nelle sue Vite (ed. 1568), a sua volta ripreso dalla figura dipinta da Giotto a lato delle Esequie di San Francesco (Basilica di Santa Croce), che, per tradizione riportata dallo stesso Vasari, è un ritratto dell’architetto. Il volto di Arnolfo era stato così immaginato anche da Luigi Pampaloni, nel 1830, nel suo monumento nel palazzo dei Canonici.