Paolo Uccello, Orologio monumentale
- Autore
- Paolo Uccello
- Data
- 1443
- Collocazione
- Cattedrale di Santa Maria del Fiore
- Collocazione specifica
- Controfacciata, al centro
- Materia
- Intonaco, pigmenti, bronzo, oro
- Tecnica
- Pittura ad affresco, fusione, doratura
- Dimensioni
- Altezza: 670 cm; Larghezza: 670 cm;
- Schede di catalogo
- Dipinto murale Mostra di orologio di Paolo Uccello
Il mastodontico (45 mq ca.) quadrante dell’orologio (o “oriuolo”) monumentale della Cattedrale fu affrescato da Paolo Uccello nel 1443 ed è un capolavoro del Primo Rinascimento.
La pittura fu riscoperta grazie ad un restauro condotto nel secolo scorso, in occasione del quale furono rifatte le lancette in forma di stella raggiata (sulla base di alcune indicazioni documentarie e riprendendo la stella cometa nella Natività disegnata da Paolo Uccello per una delle vetrate del tamburo). Il meccanismo dell’orologio, meccanico, a carica manuale, è accasato in un interstizio all'interno della massa muraria ed è antico, del XVIII secolo, ma non è l’originale che era stato realizzato nel Quattrocento.
La grande lancetta indica le ventiquattro ore del tempo liturgico (che le conta a partire dal tramonto) e si muove in senso antiorario a partire dal basso.
Il quadrante di Paolo Uccello fu dipinto nella forma di un quadrato con un cerchio inscritto, nel quale sono distribuite le ore, che sono segnate in numeri romani dentro compartimenti a modo di corolla di petali, aperta intorno a un cerchio blu scuro. Agli angoli ci sono quattro tondi, dipinti come cilindri in prospettiva, dai quali emergono quattro teste virili con aureole, immaginate con spiccato naturalismo, raffiguranti quattro profeti o, più probabilmente, i quattro evangelisti. L’organizzazione geometrica dell quadrante richiama sia le piante di alcune architetture del Brunelleschi, costruite secondo il cerchio e il quadrato (ad esempio la Sagrestia vecchia di San Lorenzo), sia il disegno del più antico (1207) zodiaco di uno dei tappeti a intarsio marmoreo del pavimento del Battistero (che ha un gemello in San Miniato), che si credeva essere anch’esso uno strumento di misurazione del tempo (uno gnomone solstiziale)
Secondo alcuni studiosi le teste raffigurano i quattro evangelisti che, disposti agli angoli, proclamano e diffondono il Verbo ai “quattro angoli” del mondo. Il Verbo, cioè Cristo, sarebbe simboleggiato dalle lancette a forma di stella che si irradia sul fondo scuro circolare, ovvero come nel primo capitolo del Vangelo di Giovanni, come luce di vita che risplende nelle tenebre.