Giovanni di Jacopo, Candelabro per il cero pasquale
- Autori
- Giovanni di Jacopo da Firenze - Manifattura fiorentina
- Data
- 1320 ca.
- Collocazione
- Battistero di San Giovanni
- Collocazione specifica
- Interno, lato ovest, scarsella, a destra
- Materia
- Marmo bianco, marmo verde
- Tecnica
- Scultura
- Dimensioni
- Altezza: 285 cm; Larghezza: 32 cm; Profondità: 59 cm;
- Schede di catalogo
- Candelabro per il cero pasquale con leone stiloforo e angelo
Questo candelabro per il cero pasquale in marmo bianco con parti in serpentino di Prato reca la data del 1320 ed è firmato da Giovanni di Jacopo, artista altrimenti sconosciuto e stilisticamente vicino ad Arnolfo di Cambio.
Il candelabro, monumentale, aveva un tempo un pendant. L’opera si compone di tre parti: una base parallelepipeda con rosette sopra la quale sta accovacciato un leone, a sua volta sormontato da una colonna dorica con il fusto lavorato con le raffigurazioni a mezzo busto dei quattro Arcangeli, di quattro Profeti, dei quattro Evangelisti e di quattro Dottori della Chiesa. Sulla sommità si trova un angelo sostenente una colonnina tortile su cui si fissa il cero.
Il candelabro del cero pasquale è un oggetto liturgico di grande importanza e per questa ragione il presente è finemente decorato: lqui viene fissato, e tenuto ardente fino a Pentecoste, il cero benedetto nella notte di Pasqua, la cui fiamma allude al Cristo risorto. Il tema e la liturgia della vittoria pasquale sono teologicamente correlati al sacramento del Battesimo, cui il Battistero è dedicato. Intorno a questo significato si possono leggere le figure: secondo alcuni studiosi il leone è un simbolo del peccato che viene schiacciato e domato, secondo altri è un simbolo cristologico. La colonna, tradizionale simbolo di solidità, stabilità e forza, insieme alle figure che la ornano rappresenta probabilmente il “verbo”, la parola di Dio, cioè Cristo, come via di salvezza. L’angelo che porta il cero richiama l’angelo in vesti bianche che le donne videro nel sepolcro vuoto la mattina di Pasqua e che diede loro, per prime, la buona novella pasquale.