Giuseppe Castellucci, Altare maggiore
- Autori
- Giuseppe Castellucci - Maestranze fiorentine
- Data
- 1128? (1912)
- Collocazione
- Battistero di San Giovanni
- Collocazione specifica
- Interno, lato ovest, scarsella
- Materia
- Marmo bianco, marmo verde
- Tecnica
- Modanatura, scultura, intarsio
- Dimensioni
- Altezza: 116 cm; Larghezza: 233 cm;
- Schede di catalogo
- Altare romanico del Battistero rimontato da Castellucci
L’altare è una ricostruzione del XX secolo dell’antico altare medievale, realizzata con parti originali del terzo decennio del XII secolo, sulla base di una memoria grafica del XVIII secolo. La collocazione dell’altare nella zona presbiteriale, all’interno del perimetro della scarsella del Battistero, corrisponde probabilmente a quella originaria.
L’originale altare del Battistero, risalente al Duecento, fu demolito nel 1731 per far posto al monumentale arredo in stile tardo barocco scolpito da Girolamo Ticciati. Quando nel 1912 si decise di smantellare questa decorazione (attualmente conservata nel Museo dell’Opera del Duomo) per ripristinare l’aspetto originario di quest’area Giuseppe Castellucci, architetto dell’Opera di Santa Maria del Fiore, elaborò l’idea di ricostruire un altare in forme romaniche, sulla base di alcuni disegni eseguiti dall’erudito fiorentino e Canonico del Battistero Anton Francesco Gori (1691-1757) prima della sua demolizione nel XVIII secolo. Castellucci reimpiegò alcuni elementi originali (le formelle intarsiate e le colonnine) combinandoli con altri realizzati “in stile”. Il risultato è un altare a cassa, scandito da formelle a intarsi geometrici in marmi bianchi e verdi, ritmato da tozze semicolonne scanalate, comprese tra una cornice aggettante e uno zoccolo modanato. Al centro dei lati lunghi si apre una “confessione”, ovvero una piccola grata attraverso la quale si possono vedere e venerare le reliquie dei Santi conservate all’interno.
La presenza dei resti dei santi all’interno della cassa potenzia l’allusione simbolica al sarcofago, cioè al sepolcro di Cristo e quindi al mistero Eucaristico lì celebrato e alla speranza nella Resurrezione cui afferisce il sacramento del Battesimo amministrato in questo tempio.