O flos colende: Testimoni di speranza
Al via la XXVIII edizione della rassegna di musica sacra nella Cattedrale di Firenze
L'Opera di Santa Maria del Fiore promuove e organizza la XXVIII edizione della rassegna di musica sacra O Flos Colende con la direzione artistica di Gabriele Giacomelli. Dal 2018, gli appuntamenti concertistici della rassegna sono preceduti da un ciclo di riflessioni bibliche, durante le quali la lettura dei testi sacri è affiancata dall’esecuzione di brani musicali tematicamente legati ai passi letti, creando un’intensa connessione tra parola e musica. Quest’anno, oltre alle riflessioni del Cardinale Giuseppe Betori, avremo per la prima volta anche l'intervento dell'Arcivescovo di Firenze, Mons. Gherardo Gambelli, che si terrà il 6 maggio.
Il tema scelto per quest'edizione è in sintonia con il Giubileo: Testimoni di speranza in alcuni passi del Nuovo Testamento. Il percorso inizia con le Lettere paoline, passando per la Lettera ai Romani e agli Ebrei, fino a giungere alla Prima Lettera di San Pietro, per concludersi con uno degli episodi più significativi tratti dagli Atti degli Apostoli.
Ad accompagnare le riflessioni bibliche saranno i gruppi musicali: Ensemble Baroque Lumina (20 marzo), Euphonios Vocal Ensemble (27 marzo), Cappella Musicale della Basilica di San Lorenzo a Firenze (3 aprile) e Cappella Musicale della Cattedrale di S. Maria del Fiore (6 maggio).
Le riflessioni bibliche della rassegna O Flos Colende
Nella prima riflessione sarà eseguita musica composta in America Latina dall’allora celebre compositore toscano Domenico Zipoli. Le due bellissime arie in programma sono tratte dalla cantata In hoc mundo, fra le meno semplici del maestro pratese, ritrovata come tanta altra sua musica negli archivi delle missioni gesuitiche boliviane alcuni decenni orsono.
Nella seconda riflessione si andranno a scoprire due brani di epoca rinascimentale e primobarocca: il toccante In Te Domine speravi del compositore fiammingo Josquin Desprez, autore di cui l’Archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore conserva molte composizioni, e l’omonimo brano di Marco da Gagliano, maestro di cappella della Cattedrale fiorentina dal 1608 alla morte, la cui partitura si conserva in vari manoscritti sei-settecenteschi dell’archivio dell’Opera.
Nella terza riflessione, si ascolteranno due piccoli capolavori del grande compositore tedesco Heinrich Schütz, entrambi ispirati al tema della speranza. Sono il mottetto Spes mea Christe Deus e il salmo In Te Domine speravi composti durante il servizio del maestro a Dresda presso la corte di Sassonia e pubblicati nel 1625 nella raccolta intitolata Cantiones Sacrae.
Nella quarta riflessione saranno eseguiti due splendidi brani per il Tempo di Pentecoste del compositore campano Niccolò Jommelli, entrambi conservati in un manoscritto dell’Opera di Santa Maria del Fiore. È ignoto il motivo della loro presenza in archivio, dato che il maestro di Aversa non ebbe mai contatti con la Cattedrale fiorentina, stando almeno alla documentazione superstite.
Il concerto
Giovedì 22 maggio alle ore 21.00, The King’s Singers si esibiranno in un programma affascinante che mette in dialogo la musica autoctona dell’America meridionale (cantata anche nelle lingue indigene, come nel caso del tradizionale canto processionale Quechua Hanaqpachap cussicuinin in cui Maria viene lodata con colorite metafore proprie della cultura andina, estranee alla tradizione europea), con il repertorio musicale colto introdotto dagli spagnoli e dai portoghesi. Oltre al citato Hanaqpachap cussicuinin sarà cantato un altro brano tradizionale sudamericano, diffuso, a differenza del precedente, in lingua spagnola. È Dulce Jesús mio, ritrovato nelle antiche missioni gesuitiche della Bolivia, che si distingue per la dolcezza della linea melodica, semplice e alla portata di tutti.
Fra le composizioni d’autore importate dall’Europa si segnalano Versa est in luctum del compositore spagnolo Sebastián de Vivanco, nativo di Ávila; gli splendidi mottetti Crux fidelis attribuito al re Giovanni IV di Portogallo e O quam gloriosum di Tomás Luis De Victoria, anche lui nativo di Ávila, le cui composizioni, compreso il mottetto in programma, si trovano in gran numero nell’Archivio Musicale dell’Opera di Santa Maria del Fiore. Seguono Libera me del compositore portoghese Vicente Lusitano, figlio di madre originaria dell’Africa, e due brani (De carámbanos el día viste e Tristis est anima mea) di Juan Gutiérrez de Padilla, compositore andaluso che trascorse gran parte della sua vita in Messico, dove rivestì il ruolo di maestro di cappella della cattedrale di Puebla, città all’epoca seconda per importanza solo a Città del Messico. In programma anche interessanti brani del repertorio contemporaneo generato dall’incontro fra diverse culture, come la suggestiva Peregrinación dell’argentino Ariel Ramírez, il cui testo (scritto da Félix Luna) evoca il viaggio di Maria e Giuseppe verso Betlemme e lo spiritoso Pica-Páo (picchio) in cui il grande compositore brasiliano Heitor Villa Lobos elabora una canzone degli indigeni del Mato Grosso. Molto suggestivo è anche il Travel Song da Tres Mitos de mi Tierra di Gabriela Lena Frank, raffinata compositrice vivente nata in California da padre ebreo lituano e madre peruviana.
Riflessioni bibliche e musica sacra
Cattedrale di Firenze: 20 e 27 marzo; 3 aprile e 6 maggio 2025, ore 19.00, ingresso libero.
The King’s Singers
Cattedrale di Firenze: 22 maggio 2025, ore 21.00, ingresso libero con prenotazione obbligatoria da maggio 2025.
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